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“L’Americano senza trattino”: l’America di Lloyd Marcus c’è ancora e non si può ignorare

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Lloyd Marcus è un personaggio molto singolare e interessante nel panorama politico-culturale statunitense. Proclamato dal britannico Guardian il più illustre esponente di colore del Tea Party Movement, nel suo sito web si definisce The Unhyphenated American (letteralmente l’americano senza trattino) alludendo al trattino tra il termine che designa l’etnia delle persone e la parola Americano, ad esempio Irish-American, Italian-American, African-American, e così via. Vale la pena di ricordare, per mettere nel giusto contesto la scelta lessicale di Lloyd, che in un memorabile discorso del 1915 Theodore Roosevelt stigmatizzò l’uso del trattino, sostenendo che si è veri Americani quando si è Americani e basta, cioè quando non si avverte il bisogno di specificare l’etnia di appartenenza o di origine – ai frequentatori “maniacali” di YouTube, inoltre, non sarà sfuggito “The Hyphen”, un toccante video di John Wayne tratto da un album del 1972 intitolato “America, Why I Love Her”, il cui messaggio fondamentale è che un americano col trattino è “un americano separato”. Insomma, avete capito cosa intende il Nostro quando sul frontpage del suo sito web precisa che la sua è la voce di un lupo solitario dalla pelle nera che si prefigge di “diffondere la verità sulla grandezza dell’America”, contrastando l’odio dei mainstream media, egemonizzati dalla sinistra, per il suo Paese.

E’ con questo spirito che il Lloyd Marcus ha pensato bene di scegliere un incipit particolarmente incisivo per un articolo uscito su The American Thinker il 14 marzo scorso:

“Vi prego, perdonatemi se uso un detto un po’ rude ma appropriato: ‘Non urinate sulla mia testa dicendomi che sta piovendo’. I ‘sinistri’ urinano menzogne, falsità, perversione, immoralità e peccato sulle nostre teste raccontandoci che queste porcherie sono la quintessenza della bellezza, dell’amore e della compassione. In poche parole, usano il loro potere per trasformare ciò che è abnorme e innaturale in qualcosa di perfettamente normale, e nello stesso tempo mettendosi sotto i piedi i valori e i principi tradizionali, dichiarandoli risibili, intolleranti e detestabili”.

L’evento paradigmatico scelto da Lloyd per avvalorare la sua tesi è il film “The Shape of Water”. Per una persona qualsiasi, argomenta Lloyd, vedere una creatura anfibia copulare con una donna è una cosa disgustosa… Ebbene, Hollywood la considera una bella storia d’amore, meritevole di essere premiata come miglior film dell’anno dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, cioè l’ente che assegna gli Academy Awards. E attenzione, aggiunge il Nostro, se vi passa per la mente che io sia pazzo se affermo che “The Shape of Water” è, nelle intenzioni dei “leftists”, il primo gradino nella preparazione del pubblico al grande salto della legalizzazione del sesso con gli animali, ricordatevi che nel 2015 Tom DeLay (ex capogruppo del GOP alla U.S. House of Representatives) denunciò alla pubblica opinione che il Dipartimento della Giustizia dell’Amministrazione Obama intendeva legalizzare una dozzina di perversioni, tra cui la pedofilia e, appunto, il sesso con animali.

Pensate un po’, gente, prosegue l’”Americano senza trattino”: se un tizio dice alla moglie di trent’anni che lui la vuole lasciare per mettersi con una “donna” di quindici, i “sinistri” lo etichettano come uno scemo sessista. Ma se lo stesso uomo dice alla moglie che la lascia per diventare una donna e fare sesso con uomini, quegli stessi sinistri diranno che quella è una bella cosa, abbracceranno con entusiasmo la “vera natura” del tizio in oggetto ed esorteranno quella sventurata donna e i suoi poveri figli a sostenere moralmente l’ex marito/padre nella sua nuova e meravigliosa avventura.

I lettori che hanno maggiore dimestichezza con le cose americane hanno già capito che tipo di “destrorso” è Marcus Lloyd: egli è, in buona sostanza, quello che gli americani chiamano un “social conservative”, dove quel “social” non indica nulla che abbia a che fare con il welfare state…, infatti questo tipo di conservatori appartengono a una scuola di pensiero etico-morale basata sui valori tradizionali di matrice religiosa – nello specifico, giudaico-cristiana – e dunque sono pro-life, pro-family, pro-matrimonio tradizionale, ecc., e quindi contro tutto ciò che non rientra in questi parametri e che è inutile stare qui ad elencare.

E ancora: le “Sanctuary Cities” come San Francisco si definiscono rifugi compassionevoli per angelici immigrati (illegali), ma la realtà è che rifiutandosi di applicare le leggi federali sull’immigrazione stanno distruggendo la California (vedasi in proposito il mio articolo su Atlantico del 6 febbraio scorso).

Per non parlare di quando ci chiedono di smettere di dire Buon Natale, e sostengono che i professori la debbano piantare di chiamare gli studenti “ragazzi” e “ragazze”, e soprattutto quando ci proibiscono di dire “Dio vi benedica” perché è una cosa da intolleranti e insensibili…

Il cahier de doléances prosegue con altri esempi sulla stessa lunghezza d’onda. Il Nostro è un guerriero che non si arrende facilmente. Certo, il suo conservatorismo così intransigente sui valori non è probabilmente maggioritario neppure tra i repubblicani, ma ciò nonostante è il comune sentire di una parte non trascurabile di americani. Con o senza trattino. Certo, se una volta l’America era soprattutto quella prediletta da Lloyd Marcus, oggi le cose sono un po’ cambiate. Ma quell’America c’è ancora, e nessuno è autorizzato a ignorarla, se non, elettoralmente parlando, a proprio rischio e pericolo.

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