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Il Matrimonio Reale in Uk. Attenzione, superate i pregiudizi

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Ci sono monarchie che sanno creare unità e appartenenza molto più delle repubbliche dei partiti, delle istituzioni monopolizzate da uomini di fazione

Da giovane, in modo automatico e quasi inintenzionale, tendevo a immaginare le monarchie (tutte le monarchie) come fenomeni fuori dalla storia, impensabili, retaggi del passato. Ma come: un sovrano per diritto familiare e di sangue?

Certo, da anglofilo convinto, sapevo bene come alcune monarchie fossero state capaci di aiutare il loro paese a resistere agli incubi del Novecento. Eppure, la sensazione di stravaganza (la regina, i principi, il protocollo, eccetera) rimaneva.

Con il passare del tempo, il dubbio ha preso il posto delle certezze. Guardate il matrimonio che ci sarà oggi in Inghilterra, le immagini di una coppia di giovani (e anche un’altra coppia: il fratello maggiore e sua moglie, con i loro bimbi), un paese che vive una giornata di festa, di fiaba, di sorriso.

Non sono esattamente nelle mie corde le propensioni “politically correct” e le conversazioni radiofoniche con Barack Obama del principe Harry. Ma l’idea che un membro della famiglia reale inglese sposi una divorziata americana, che non abbia avuto paura di parlare del suo disagio esistenziale dopo la morte della madre, che ora si faccia carico anche dei problemi di salute mentale di veterani e vecchi soldati (perché le ferite non sono solo quelle fisiche…) mostra plasticamente che la monarchia può essere – nello stesso tempo – un bastione della tradizione e un elemento di modernizzazione, accompagnando dolcemente le trasformazioni della società, incoraggiandole e insieme rispecchiandole.

Ovvio che in politica a decidere sia il Parlamento, in base al voto dei cittadini. Dalla Magna Charta in poi, i britannici hanno spiegato al mondo cosa siano le istituzioni rappresentative e quanto sia sana la limitazione del potere. Ma è significativo che, al di là della contesa politica, ci sia un punto (un luogo “simbolico”) capace davvero di esprimere unità, senso di appartenenza e condivisione. Molto più di quanto possano farlo le repubbliche dei partiti, o cariche istituzionali monopolizzate da uomini di fazione, che difficilmente – nonostante la “grazia di stato” – possono essere o apparire o diventare del tutto “terzi”.

E’ evidente che il Regno Unito ha una storia del tutto peculiare, ben diversa da altre monarchie e altre case reali. Ma sarebbe il caso di discutere laicamente anche di questi temi, senza anatemi, senza pregiudizi, senza schemini precostituiti. La storia umana è complessa: perché precludersi la sfida intellettuale di ammirare nel mondo anche architetture istituzionali diverse, e magari imparare qualcosa?

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