Nel 1949 nascono ufficialmente le “due Germanie”: la parte orientale di Berlino viene incorporata nella DDR come capitale del nuovo stato. Gli occidentali non la riconoscono anche se finiranno per installarvi le proprie ambasciate quando le relazioni si “normalizzeranno”.
Che fare con Berlino Ovest? Incorporarla alla Repubblica Federale Tedesca (RFT) come vorrebbero i berlinesi o trovare una soluzione diversa da quella utilizzata dai sovietici per l’Est? Alla fine si decide per una formula mista, secondo cui il legame politico con la RFT si rinforza, le elezioni si svolgeranno con le stesse regole e le leggi federali si applicheranno alla città. Ma i rappresentanti eletti a Berlino non potranno votare nel Bundestag e il servizio militare non sarà ripristinato nella capitale nemmeno dopo la ricostituzione dell’esercito federale (1955).
Berlino Est e Berlino Ovest sono ormai chiaramente due città distinte ma non ancora impermeabili. Il passaggio da una parte all’altra è soggetto a controlli ma tuttavia possibile, e sarà proprio questa una delle ragioni principali della costruzione del Muro, anni dopo. Quando gli occidentali si recano ad Est sono accolti da un benvenuto che rappresenta bene una delle tante macabre ironie della storia del comunismo: “State entrando nella Berlino democratica”, recitano i cartelli preparati dai sovietici. Intanto le università occidentali ospitano un terzo degli studenti dell’Est e un gran numero di lavoratori ogni mattina passa la frontiera per ritornare a casa la sera. Si producono le prime defezioni ma in generale i berlinesi in questi primi anni imparano a convivere con l’assurdo.
Con il tempo però si moltiplicano gli incidenti e le restrizioni alla circolazione: nel maggio 1952 per esempio i sovietici chiudono provvisoriamente le comunicazioni terrestri e telefoniche tra Berlino Ovest e la zona orientale. Allo stesso tempo rafforzano il confine tra le due Germanie per evitare le fughe dei tedeschi dell’Est che nel frattempo si sono intensificate. Risultato: l’afflusso dalla provincia di un gran numero di cittadini della DDR, dal momento che in città rimangono ancora aperti almeno un centinaio di punti di passaggio. Ma le famiglie che con i bagagli cercano di passare ad Ovest, quelle intercettate sui treni verso Berlino sono immediatamente registrate come “fuggitivi” e sui loro documenti viene stampata la proibizione di circolare in direzione della capitale. In un anticipo di quel che avverrà, Berlino comincia a trasformarsi, suo malgrado, in un simbolo della contesa globale che oppone democrazia e comunismo. Pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale la sua condizione di città martire si consolida nelle forme della Guerra Fredda.