#Muro30 – 8. Verso la costruzione del Muro: fallimenti diplomatici e nuovi attori sulla scena

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Dopo il fallimento del tentativo di Kruschev di estendere il dominio sovietico su Berlino Ovest (si veda la puntata precedente), nel maggio del ’59 le diplomazie contrapposte si incontrano a Ginevra per continuare i negoziati. La conferenza si chiude sostanzialmente con un nulla di fatto, anche se gli occidentali ancora una volta si piegano ad alcune concessioni significative: tra queste, la riduzione dei contingenti militari e la rinuncia agli armamenti di tipo non convenzionale. Ma il nucleo essenziale della contesa, ovvero la presenza alleata a difesa della città, si rivela innegoziabile.

Gradualmente si impone una certa distensione che si traduce sul terreno in una situazione di calma tesa: l’incidente è sempre possibile e le conseguenze difficilmente misurabili. L’abbattimento di un aereo-spia americano da parte dei sovietici e la cattura del pilota rivelano la precarietà della tregua diplomatica. Il più consapevole di tutti sembra essere il cancelliere tedesco Konrad Adenauer che, in visita a Washington, fa chiaramente sapere a Eisenhower che qualsiasi negoziato sullo statuto di Berlino proposto da Mosca è una trappola nella quale le democrazie non devono cadere.

Intanto sul fronte orientale cresce l’assertività del governo della DDR, nel tentativo di dimostrare una certa autonomia dalle decisioni di Kruschev. Ulbricht reclama il potere di accreditare le missioni militari al posto dei sovietici ma è costretto a fare marcia indietro. In risposta decide di intensificare i controlli su punti di passaggio e di aumentare le proibizioni in entrata e uscita. L’inverno del ’60-’61 si rivela specialmente preoccupante per la sorte di Berlino Ovest. Kruschev si riferisce alla Repubblica Federale Tedesca come a “una minaccia per la pace dell’umanità”. A giugno si incontra a Vienna con Kennedy, da poco insediatosi alla Casa Bianca, ma il risultato del vertice è ancora una volta deludente. Alla fine del mese si svolgono imponenti manovre militari tedesco-sovietiche sul territorio della Germania Est. Kennedy si dirige alla nazione per riaffermare l’impegno alla difesa della sicurezza e della libertà di circolazione di Berlino Ovest. Queste parole però non sono sufficienti a tranquillizzare nessuno nell’antica capitale, sempre più in balia delle decisioni prese nelle stanze della SED. Intanto la DDR deve fare i conti con crescenti problemi di scorte alimentari, con un’economia disfunzionale, un livello di vita in costante preggioramento e una progressiva perdita di popolazione in fuga verso occidente. Fa molto caldo a Berlino nell’estate del 1961. Di notte la polizia si schiera nei punti strategici per evitare altre defezioni. A chi comincia a temere il peggio Ulbricht assicura che la costruzione di una barriera fisica non è all’orizzonte.

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