O, America!Speciali

La sinistra americana intollerante e razzista, non gli elettori di Trump

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Razzisti, misogini, simpatizzanti nazisti e sempliciotti ignoranti. Così, come il coro di una tragedia greca, 63 milioni di americani che hanno votato per Trump vengono continuamente descritti da media e Dems, nonché da NeverTrumpers, elitisti vari e, non occorre neanche dirlo, elitist wannabes – categoria, quest’ultima, che ha spopolato anche al di qua dell’oceano, e alla grande.

Finché uno perde la pazienza e decide di confutare punto per punto l’infame vulgata, soprattutto la bufala del razzismo nazistoide. In questo caso a parlare, o meglio a scrivere, è Steve McCann, su American Thinker. L’episodio che ha originato la rispostaccia appartiene alla sfera della vita quotidiana: il titolare di Penzeys, una catena di drogherie di cui McCann si serviva abitualmente per acquisti online, scrive ai suoi clienti lettere contenenti non soltanto informazioni sui prodotti, ma anche reprimende e insulti più o meno velati all’indirizzo degli elettori di Trump. L’ultima, riportata per intero nell’articolo e imperniata sull’accusa di razzismo, incluso l’invito ai reprobi affinché si ravvedano e si pentano del loro “peccato”, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Io e gli altri 63 milioni di americani che hanno votato per Trump – scrive più o meno McCann – dovremmo fare ammenda per non aver votato per Hillary Clinton? Ma mi faccia il piacere! Purtroppo queste farneticazioni non sono soltanto lo sfogo di un buffone narcisista, sono emblematiche dell’atteggiamento mentale di troppi nell’establishment. In realtà il razzismo di cui accusano noi non è prerogativa dei Repubblicani e dei “ripugnanti” elettori di Trump, ma dei Democratici e della Sinistra in genere. Quando Mr. Penzey era un marmocchio che giocava nel negozio dei suoi genitori, nella metà degli anni ’60, io militavo nel Movimento per i Diritti Civili, scrive McCann… E chi può dimenticare il razzismo endemico dei liberals di allora, per non parlare dell’aperto e astioso pregiudizio razziale che, in quel tempo, contraddistingueva le politiche del Partito Democratico nel Sud degli Stati Uniti? Ed oggi come stiamo messi da questo punto di vista? Quelli di sinistra vedono e “fabbricano” il razzismo dove non c’è, ma nello stesso tempo promuovono politiche sociali ed economiche che distruggono le famiglie dei neri, tacitamente sostenendo forme di eugenetica attraverso la promozione e la propaganda a favore dell’accesso indiscriminato all’aborto (non dimentichiamo che il 36 per cento degli aborti è praticato dalle donne di colore a fronte di una popolazione nera che non supera il 12 per cento del totale).

Come se non bastasse, i liberals controllano e manipolano ciò che viene insegnato nelle scuole, favorendo il voto in blocco dei neri per il Partito Democratico. E nel frattempo, a sinistra e tra le file dei Dems dilaga il cancro dell’antisemitismo. Una situazione a fronte della quale impallidiscono le poche migliaia di aderenti al Ku Klux Klan o un paio di centinaia di migliaia di Suprematisti Bianchi in una nazione grande come l’Europa continentale e con una popolazione di 320 milioni di persone. Eppure i media, le élites e la Sinistra dipingono questi emarginati come il mainstream conservatore e Repubblicano, al fine di tacciare di razzismo i 63 milioni di elettori di Trump. La verità, dice McCann, è che i veri razzisti sono gli appartenenti alle confraternite della sinistra. Non solo: con il tacito sostegno che costoro offrono ai violenti esponenti del movimento Antifa e alla soppressione e aggressione sistematica del free speech finiscono essi stessi per qualificarsi come simpatizzanti di un nuovo autoritarismo.

La conclusione della filippica è durissima:

“Mr. Penzey, io e gli altri 63 milioni di americani non dobbiamo fare ammenda di un bel niente. Forse lei e i suoi amici elitisti dovreste scusarvi per aver imposto alla nazione Barack Obama, Hillary Clinton e un Partito Democratico sfrontatamente neo-socialista, razzista e autoritario.”