Diciamoci la verità. Se oggi la vittima di un “tentato omicidio di un ex presidente”, questo il reato per cui si indaga dopo i colpi di pistola al comizio di Trump, fosse stato Joe Biden o qualunque altro candidato alla presidenza, il titolo di commento sarebbe stato scontato: “Attacco alla democrazia”. E poi il dotto editoriale per spiegare perché sarebbero bastati pochi centimetri più in là e quel proiettile che ha sfiorato l’orecchio di The Donald avrebbe potuto far sprofondare l’America nel caos. Portandosi dietro il mondo.
Quindi: ci pensiamo noi a titolare “Attacco alla democrazia“, anche se forse sarebbe bastato un più banale “Attentato a Trump”. Ma The Donald, piaccia o meno, rappresenta metà dell’elettorato americano ed è uno dei pilastri di questa vecchia, travagliata, democrazia americana.
Quanto successo stanotte è grave tanto quanto l’assalto a Capitol Hill inscenato dai sostenitori trumpiani armati di cappello a forma di toro. Dunque ci si attende almeno pari indignazione, anche se non è scontata. Anzi: a leggere i primi commenti, nel non detto sembra quasi che Trump se la sia cercata o che abbia favorito il “clima di odio” che ci ha portati sin qui.
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La verità è che hanno creato un mostro ed era facile, se non ipotizzabile, che prima o poi sarebbe potuta finita così. Ci sono dei “mandanti morali”, come ipotizza Francesco Giubilei? Forse. O forse no. Di certo in qualche modo il contesto conta, così come conta quel tentativo di disegnare il leader avversario come “un nemico da sconfiggere a qualsiasi costo”. Anche se è complicato – se non impossibile – additare questo o quel soggetto come “responsabile” di quanto successo e chiedergli “un esame di coscienza”, è tuttavia difficile non notare che solo pochi giorni fa Kamala Harris si era augurata di non vedere più Trump dietro ad un microfono. Stavano per accontentarla.
Il punto è che adesso si attendono intellettuali, benpensanti e sinceri democratici alla prova del nove. Se hanno vero rispetto per la democrazia, e il suo funzionamento, oggi dovrebbero condannare senza sé e senza ma l’atto scellerato di Thomas Matthew Crooks. E soprattutto considerarlo a tutti gli effetti un “attacco alla democrazia”, proprio come avrebbero fatto qualora su quel palco ci fosse stato uno dei leader della sinistra. Italiana o mondiale.
Giuseppe De Lorenzo, 14 luglio 2024