Esteri

La guerra in Ucraina

Attacco ucraino o false flag: il giallo delle bombe in Moldavia

Sale la tensione in Transnistria, la regione separatista sostenuta da Mosca. Alzata l’allerta terrorismo. Le mosse di Putin per prendere Odessa

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Nel giro di poche ore, tra la sera del 25 aprile e la mattina seguente, la regione della Transnistria, de iure territorio moldavo, de facto Stato indipendente non riconosciuto dall’ONU, è stata oggetto di alcuni bombardamenti. Specificatamente, nella città di Tiraspol, autoproclamata capitale dell’area contesa.

Gli attentati in Transnistria

Le fonti locali parlano di “spari con un lanciagranate anticarro portatile” contro l’edificio del Ministero della Sicurezza, infrangendo le finestre dell’intero edificio, senza però causare vittime. Durante la prima mattinata di oggi, invece, il centro di trasmissione della radio russa è stato colpito e messo fuori uso da due esplosioni, causando le interruzioni di tutte le trasmissioni.

Secondo il governo separatista della Transnistria, l’attacco sarebbe stato condotto da tre persone non identificate, giunte dal territorio ucraino. Tale ipotesi potrebbe essere la più plausibile: la regione è sotto il controllo-satellite del Cremlino e, proprio in questa zona, è situato uno degli impianti radio più importanti nella diffusione della propaganda russa in Ucraina.

Nel frattempo, il leader della regione ribelle, Vadim Krasnoselskij, ha introdotto il livello rosso di minaccia terroristica, prevedendo l’adozione di misure speciali ai fini della “sicurezza dell’individuo, della società e dello Stato”.

Cosa è la regione separatista di Moldavia

Sin dagli anni ’90, Tiraspol rappresenta il crogiuolo di etnie, comprensive delle popolazioni di origine ucraina, russa, romena e moldava. Oltre un quarto degli abitanti della regione parla russo, il governo autonomo rimarca ancora l’utilizzo dei simboli sovietici e mantiene saldi collegamenti con la tradizione comunista.

Sotto il profilo geopolitico, sin dalla caduta dell’URSS, la Transnistria ha avuto diretti rapporti con Mosca, soprattutto in una funzione anti-doganale contro i rigidi regolamenti di Kiev e dall’alleato moldavo. Dal 2005, infatti, i due governi hanno sottoscritto un accordo di regolazione delle importazioni dell’Ucraina dalla regione ribelle: il patto vincola la Transnistria ad esportare in territorio ucraino solo le merci che hanno documenti rilasciati dalle autorità moldave. Sin dall’instaurazione del blocco, Putin ha sempre mostrato la propria contrarietà alle decisioni di Chişinău e Kiev.

L’assalto a Odessa

In virtù di questo stretto legame che collega Mosca a Tiraspol, non è esclusa l’ipotesi per cui Putin possa approfittare della situazione di instabilità regionale per conquistare Odessa.

Attraverso l’aiuto del governo filorusso della Transnistria, la città portuale, l’unica del Sud ancora sotto il controllo della resistenza, verrebbe accerchiata da est a ovest. Nel primo caso, direttamente dall’esercito dell’Armata. Nel secondo, dalle forze separatiste della regione, sotto il comando del Cremlino. Da qui, Mosca potrebbe godere di un totale controllo del Mar Nero e di un accerchiamento di Kiev su tutti i fronti.

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