Il ruolo fondante di Tiraspol sarebbe, quindi, quello svolto a Nord dalla Bielorussia: uno Stato satellite, dipendente dalle decisione putiniane, su cui la Russia può trovare appoggi e garanzie sotto il profilo militare. Non è un caso che, nel 2009, in virtù dell’ipotesi americana di installare difese NATO in Romania, l’ex presidente della Repubblica, Igor Smirnov, dichiarò il benestare per la creazione nel proprio territorio di un sistema di difesa antimissile russo.
Non è da scartare neanche un secondo scenario, forse ancor più preoccupante: l’utilizzo di Mosca del “metodo Donbass”. Vista la cospicua presenza di abitanti russofoni e, a maggior ragione, di un governo filorusso autoproclamato, il Cremlino potrebbe agire attraverso il riconoscimento dell’indipendenza della Transnistria, ordinando l’ingresso delle truppe per stabilizzare la regione. Nel caso in cui l’ipotesi dovesse trovare applicazione, ecco che verrebbe coinvolta nel conflitto anche la Moldavia.
In entrambi i casi, comunque, pare sempre più remota la possibilità di una lunga resistenza dell’esercito ucraino. Con la conquista di Odessa, attraverso l’appoggio transnistriano, Kiev sarebbe privata dello sbocco sul Mar Nero e della sua principale città del Sud, insieme a Mariupol e Kherson. Una volta giunti a questo punto, l’esito finale sarebbe quasi certo. E Putin potrebbe festeggiare.
Matteo Milanesi, 26 aprile 2022