Esteri

Attentato a Monaco, la sinistra sotto choc: “Ora deportiamo i migranti”

Per il cancelliere Olaf Scholz il cittadino afghano sospettato “deve essere punito, espulso e deportato nel suo Paese”

Un’auto sulla folla, l’incubo terrorismo che torna a colpire a dieci giorni dalle elezioni. Ieri la Germania ha nuovamente fatto i conti con un attentato – la matrice è ancora da chiarire – ma si tratta dell’ennesimo campanello d’allarme legato all’accoglienza indiscriminata. Attorno alle 10.30, a Monaco di Baviera, il cittadino afghano Farhad N. si è lanciato sulla folla a bordo di un’auto – una Mini Cooper – investendo i partecipanti a una manifestazione sindacale organizzata dal sindacato Ver.di all’incrocio fra Dachauer e Seidlstrasse. Il bilancio è di oltre 30 feriti e c’è preoccupazione per le condizioni di un bambino di 2 anni, in lotta tra la vita e la morte.

La rabbia è tanta ed è comprensibile, considerando il profilo dell’attentatore. Nato a Kabul nel 2001, Farhad N. è un richiedente asilo arrivato nel Paese nel 2016 come minorenne non accompagnato ed è stato affidato alle cure di una struttura di assistenza minorile. Secondo quanto riferito dalla Bild, in precedenza era stato in Italia secondo fonti dell’agenzia tedesca Dpa. Secondo quanto reso noto da fonti qualificate, l’attentatore di Monaco, sarebbe sbarcato nel novembre del 2016 a Reggio Calabria, dove è stato identificato e fotosegnalato. Aveva dichiarato un’età di 15 anni. Successivamente, lo stesso anno, è stata registrata la sua presenza a Brescia. Dell’afghano si sono poi perse le tracce almeno per quanto concerne il territorio italiano.

In base alle primissime ricostruzioni disponibili, l’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati tedesco aveva respinto la sua domanda di asilo (tra il 2017 e il 2020), ma gli era stato riconosciuto il cosiddetto permesso di tolleranza, un provvedimento che sospende l’espulsione. Dall’autunno del 2020 gli è stato ordinato di lasciare il Paese. Era stato registrato l’ultima volta a Monaco di Baviera. Il ministro dell’Interno della Baviera Joachim Herrmann (Csu) ha anche confermato che l’uomo sarebbe già noto alle forze dell’ordine per furto e possesso di sostanze stupefacenti. E c’è di più. Prima di lanciarsi con un’auto contro la folla a Monaco, il migrante ha “condiviso post filo islamisti” sui social media

L’ennesimo attacco firmato da un immigrato ha spinto la sinistra tedesca a condannare senza mezzi termini la scia di sangue e a invocare la tolleranza zero. Immediato il j’accuse del cancelliere Olaf Scholz contro “l’atto orribile” avvenuto a Monaco, aggiungendo che il cittadino afghano sospettato “deve essere punito, espulso e deportato nel suo Paese”. Ancora più tranchant la ministra degli Interni Nancy Faeser: “Lo Stato deve dimostrare massima severità”. La titolare della sicurezza di Berlino ha aggiunto che “non ci può essere un altro tipo di risposta”, sottolineando che  il governo federale ha “intensificato notevolmente” le leggi sull’espulsione dei criminali violenti e ha imposto più deportazioni. La Faeser ha rimarcato la Germania è “l’unico paese in Europa a deportare persone in Afghanistan nonostante il regime dei Talebani e continueremo a farlo”. La candidata cancelliera dell’AfD Alice Weidel è intervenuta su X chiedendo “una svolta” sulla politica “migratoria adesso”: “L’autista terrorista di Monaco era un richiedente asilo afgano noto alla polizia. Molti altri feriti gravi, tra le vittime ancora donne e bambini. Invio tutte le mie condoglianze alle vittime e ai loro cari. Dovrebbe continuare sempre così? Una svolta migratoria adesso!”. Un messaggio in vista delle elezioni.

Quello registrato a Monaco è solo l’ultimo di una lunga serie di attentati firmati da immigrati. Appena tre settimane fa, il 22 gennaio, un altro cittadino afghano ha ucciso due persone nel parco di Aschaffenburg. Poi, tornando al 2024, l’attentato al Mercatino di Natale di Magdeburgo firmato dal saudita Taleb al Abdulmohsen il 20 dicembre: bilancio di 6 morti e oltre 200 feriti. E ancora l’accoltellatore afghano di Mannheim che uccise un poliziotto il 31 gennaio e il ventiseienne siriano che il 23 agosto, a Solingen, uccise tre persone durante una festa cittadina. Ora persino la sinistra si è resa conto che non è possibile andare avanti così, ma potrebbe essere troppo tardi…

Franco Lodige, 14 febbraio 2025

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