Ben diverso sarebbe stato scegliere alcune macro linee di settori (innovazione, istruzione, sanità, mobilità sostenibile, inclusione sociale) e poi scendere in più approfonditi dettagli. Cipe o Cdp avrebbero potuto avvalersi, non certo di una ennesima inutile commissione alla Colao, ma di alcuni protagonisti veri dell’economia italiana, da Carlo Messina a Giuseppe Bono, per citarne due tra i più autorevoli, per suggerimenti.
Ma tutto questo certamente non piace a “Giuseppi” che preferisce ballare da solo ed annunciare l’ennesimo storico programma, incurante dei dati del Pil italiano, con l’Istat che ha certificato per l’Italia una variazione acquisita per il 2020 di -14,3% e la Bce un tasso di disoccupazione, al lordo dei cassintegrati, del 25%. Questa volta il terremoto lo farà la gente scendendo in piazza, con un Mattarella asserragliato nel Palazzo del Quirinale sognando il bis, come peraltro tutti i suoi predecessori, ad eccezione di Cossiga.
Luigi Bisignani, Il Tempo 30 agosto 2020