Esteri

Attenzione al fronte libanese

Il mondo attende la reazione iraniana all’uccisione di Haniyeh a Teheran. Ma occhio ai miliziani libanesi di Hezbollah

soldato israele, cartina libano © MarkRubens e Зображення користувача Bumblee-Dee tramite Canva.com

Segnali poco incoraggianti giungono dal fronte mediorientale. Dopo l’uccisione a Teheran del suo leader politico Haniyeh, Hamas ha palesato le sue intenzioni di rispedire al mittente l’invito a negoziare una tregua rivolto da Stati Uniti, Egitto e Qatar, e disertare il summit di pace previsto per giovedì.

Secondo accreditate fonti di intelligence, la disdetta dell’incontro da parte dell’organizzazione palestinese sarebbe la prova che il fronte islamico starebbe preparando qualcosa di importante per infliggere la giusta punizione agli israeliani per il raid di Teheran. Già da giorni si paventa infatti la possibilità di una possibile vendetta iraniana, che, stavolta, dovrebbe essere più pesante rispetto a quella che seguì all’uccisione del leader dei pasdaran Zahedi, avvenuta lo scorso aprile in un altro raid a Damasco. In quella circostanza, la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Khamenei, si limitò ad ordinare il lancio di oltre 300 tra missili e droni, previo un preventivo avviso recapitato ai servizi di intelligence occidentali. Questa volta, però, complici le forti pressioni di Hamas e Hezbollah, intenzionati a lavare col sangue l’affronto subito da Israele, l’attacco potrebbe essere ben più consistente.

In particolare, l’attenzione degli 007 occidentali sembrerebbe essere rivolta verso il Libano. Non avendo Teheran alcun interesse ad entrare nell’immediato in un conflitto diretto contro Tel Aviv, l’ayatollah potrebbe optare per il solito ‘attacco per procura’, coinvolgendo in prima persona i miliziani libanesi di Hezbollah. Prova ne è il fatto che, nei giorni scorsi, le cancellerie occidentali abbiano esplicitamente invitato i loro connazionali in Libano a lasciare il prima possibile il paese, temendo una reazione dell’artiglieria israeliana ad un eventuale attacco di Hezbollah al cuore di Israele.

Del resto, Tel Aviv sta già cercando di farsi trovare pronta in caso di apertura di un nuovo fronte di guerra in Libano. In tal senso, gli Stati Uniti si sono già mossi per rafforzare la loro presenza in Medio Oriente, ordinando il dispiegamento di importanti unità navali, come la portarei ‘USS Lincoln’, una delle più potenti della marina statunitense, e il sottomarino nucleare ‘USS Georgia’, in grado di colpire con estrema precisione obiettivi a lungo raggio. A queste mosse di carattere militare, è seguita una nota congiunta sottoscritta da Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, e poi diffusa dalla Casa Bianca, in cui viene espressamente richiesto all’Iran di fare un passo indietro e lasciar cadere le minacce di un attacco militare a Israele per scongiurare il rischio di “gravi conseguenze per la sicurezza regionale”. Tutti segnali che certificano il crescente timore occidentale per una possibile escalation militare, con l’allargamento del conflitto verso il fronte libanese.

Salvatore Di Bartolo, 13 agosto 2024

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