Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari ha confermato la volontà di Palazzo Chigi – contro il parere di Forza Italia – di aumentare le tasse ai proprietari che danno in locazione per brevi periodi la loro casa (per esigenze di lavoro, di studio, di assistenza a degenti, di turismo). Afferma che la finalità sarebbe quella di tutelare famiglie e studenti, sul presupposto che gli affitti brevi siano la causa di quella che il Sottosegretario definisce “enorme carenza di case a disposizione di studenti fuorisede e famiglie”.
Sulle cause, quando e dove esistente, della carenza di case, non abbiamo le certezze dell’on. Fazzolari. Ciò di cui siamo sicuri è che questo aumento di tassazione contraddice gli impegni assunti dalla maggioranza e dal Governo, non porterà neppure una locazione lunga in più e porterà più nero.
Secondo l’ultima bozza della legge di bilancio, l’aumento della cedolare – dal 21 al 26 per cento – si applicherebbe ai proprietari di più di un appartamento. Non ci siamo. Fare distinzioni di questo tipo è sbagliato concettualmente (evoca improbabili distinzioni fra ricchi e poveri), oltre che inefficace. In vista dell’incontro di maggioranza sulla manovra, il Governo e le forze politiche che lo sostengono dovrebbero valutare meglio la questione. Appurato che la finalità della norma non è quella di fare cassa, davvero si pensa che incrementando le tasse sulle locazioni di breve durata si favoriranno quelle di lungo periodo?
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Non accadrà. In compenso, cresceranno ulteriormente i prezzi delle camere d’albergo, vi sarà qualche casa sfitta in più, si alimenterà il sommerso e i borghi delle nostre aree interne avranno qualche speranza in meno di tornare a vivere. Ritirare questa disposizione sarebbe un atto di buon senso. La cedolare secca sugli affitti fu introdotta nel 2011 dal Governo Berlusconi. Sarebbe una beffa se venisse aumentata – per la prima volta – dal primo Esecutivo di centrodestra dopo quell’esperienza.
Giorgio Spaziani Testa, 28 ottobre 2023