In Austria vince la destra. I giornali sembrano trattare l’argomento come l’ennesima novità, “l’onda nera” che per caso si è abbattuta sull’Europa. Ma in verità a saper far di somma, i conti cominciano a tornare. In Francia il primo partito è quello di Marine Le Pen, considerato “estremista di destra”, fermato alla soglia del governo solo grazie alla legge elettorale francese e ad alleanze innaturali tra centristi e sinistra sinistra. In Spagna Vox si è ormai consolidato e non è più una meteora. In Germania l’élite tedesca è ancora sotto choc per i risultati in Turingia e Sassonia, dove l’Afd per la prima volta è diventato il primo partito, mentre nel Brandeburgo la rediviva Spd è riuscita a mantenere il primato solo per un soffio. E poi l’Italia, governata saldamente dai conservatori. L’Ungheria di Orban. L’Olanda di Wilders. E ora l’Austria di Herbert Kickl, uscito ieri vittorioso dalle elezioni per il rinnovo della camera bassa.
Il risultato delle elezioni
Il Partito della Libertà, guidato dal controverso leader, ha conquistato il 29,2% dei voti. Raddoppiando i consensi registrati nel 2019. Come nel caso dell’Afd e del Rassemblement National, il sistema cercherà in tutti i modi di impedire all”FPÖ di andare al governo, cercando di impedire alleanze con chicchessia. Non è detto possa funzionare. Il presidente, Alexander Van der Bellen, ex leader dei Verdi, non vorrebbe concedere a Kickl la possibilità di diventare cancelliere viste le sue posizioni “estreme”. Ma nemmeno lui può ignorare l’esito delle elezioni. L’FPÖ potrebbe scendere a patti con il partito popolare (OVP), arrivato secondo con il 28,5% dei voti: anche il presidente della Confindustria austriaca sostiene di preferire un’alleanza FPO-centrodestra anziché avere di nuovo al potere i socialdemocratici. Ovviamente un’alleanza che escluda Kickl, mettendo insieme tutti gli altri, potrebbe anche riuscire ad ottenere la maggioranza in parlamento ma solo di pochi voti, il che renderebbe la coalizioni estremamente fragile viste anche le distanze tra centrodestra e centrosinistra. In fondo i risultati parlano chiaro: sono andati male i socialdemocratici dell’Spo (21%), i Liberali di Neos (9%) e i Verdi (8%). Fuori dal parlamento tutti gli altri, con l’insieme delle sinistre che non raggiunge il 31%: il peggior risultato dal 1945. “Governano i partiti che riescono a trovare una convergenza e una maggioranza in Parlamento, loro devono negoziare tra loro, io terrò consultazioni con tutti per vedere quale compromesso è possibile”, ha detto il presidente austriaco. “Siamo pronti a parlare con tutti e siamo pronti a governare per portare avanti questo cambiamento in Austria fianco a fianco con i cittadini”, ribatte Kickl. Tradotto: per formare l’esecutivo ci vorrà del tempo, forse addirittura fino a Natale.
Chi è Herbert Kickl
Insomma: Herbert Kickl sogna. E comunque vada il suo è un risultato già straordinario. Nato nel 1968 in Carinzia, in una famiglia dal modesto background operaio, Kickl si è fatto notare fin da giovane per un intenso interesse per la politica, interesse che ha preso una direzione decisiva quando incontrò Jörg Haider, allora carismatico leader della FPÖ. Questo incontro segnò il punto di svolta nella sua vita: abbandonati gli studi universitari, Kickl si dedicò a tempo pieno alla politica, aderendo e diffondendo le politiche ultranazionaliste e anti-immigrazione che caratterizzavano la FPÖ sotto la guida di Haider. Sposato e padre, mostra un interesse per attività fisicamente impegnative come l’alpinismo e le maratone. Nonostante le sue passioni, viene spesso descritto come una persona incline alla solitudine, un aspetto che traspare anche nei rari momenti pubblici.
La comunicazione di Kickl si distingue per aggressività e provocazioni. Durante il suo incarico come Ministro degli Interni (2017-2019), le sue politiche restrittive e le critiche alla Convenzione europea sui diritti umani hanno alimentato dibattiti accesi. Le sue posizioni sulla Russia e quelle contro l’Islam ricordano quelle dell’amico Orban. Kickl ha dimostrato una capacità notevole di intercettare e amplificare le preoccupazioni dell’elettorato, focalizzandosi su temi quali immigrazione, sicurezza, inflazione e crisi energetica. La sua perizia nell’usare i social media e le piattaforme pubbliche per comunicare ha mantenuto la FPÖ saldamente nell’arena politica austriaca.
Gli effetti in Europa
C’è un altro dato da tenere in considerazione. Herbert Kickl ha fondato in Ue, insieme a Orban, il gruppo dei Patrioti in cui è confluita anche la Lega di Salvini. Una delegazione dell’FPO sarà anche a Pontida il prossimo 6 ottobre. “Il popolo austriaco ha votato e ha premiato i nostri amici e alleati, una giornata storica nel nome del cambiamento – scrive in una nota il Carroccio – A chi parla di ‘estrema destra’, ricordiamo che a Vienna (come in quasi tutta Europa) di estremo c’è solo la voglia di cambiare rimettendo al centro i valori del lavoro, della famiglia e della sicurezza”.