Politiche green

Auto a carbone: quello che non vi dicono sul “boom di elettriche” in Cina

Gli economisti pro-Pechino e Bersani accreditano la notizia del sorpasso elettrico sulle strade di Pechino. Ma a raggiungere livelli record è solo il consumo del più vecchio vituperato dei fossili

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI e © Anton_Sokolov tramite Canva.com

Nel 2025, le vendite di veicoli elettrici in Cina supererà per la prima volta quelle dei veicoli tradizionali: il sorpasso comprende sia modelli totalmente elettrici sia ibridi plug-in. In ogni caso, si consolida il primato delle case automobilistiche di Pechino rispetto all’Occidente. Secondo Pier Luigi Bersani il sorpasso è già avvenuto e sarebbero il caso “di chiedere alla Ue che faccia un accordo con le case automobilistiche per creare una piattaforma europea di piccole auto elettriche a buon mercato”.

Notizie di fine anno. Incontestabili anche perché avvallate dall’esimio economista e fine conoscitore di mercati di matrice PCI. Peccato che gli unici dati affidabili sulla diffusione delle auto elettriche nel mondo siano diffuse e raccolte dall’Agenzia internazionale dell’energia, un’organizzazione intergovernativa che analizza le politiche energetiche e promuove soluzioni per un’energia sostenibile. Secondo le statistiche più aggiornate, nel 2023 il 7,6 per cento di tutte le auto circolanti in Cina era elettrico. Questa categoria comprende sia i veicoli completamente elettrici alimentati da batteria sia i veicoli ibridi che combinano un motore elettrico con un motore a combustione interna.

Il che significa che quella del 50% è una clamorosa – per dirlo in termini giornalistici – bufala; i più probabilmente un coup de theatre della propaganda cinese che entra come un coltello nel burro nel ventre molle di un’Europa (guidata dagli scandinavi) pronta a bersi qualsiasi balla verde.

Ma non finisce qui. Verificata da agenzie internazionali e quindi presumibilmente vera, anche se confinata nelle pagine delle notizie non riservate all’opinione pubblica, è stata diffusa la statistica sul consumo globale di carbone nel mondo. Ebbene si, l’odiato carbone viene ancora consumato per produrre energia e proprio nel 2024 ha infranto qualsiasi record toccando quota 7,8 miliardi di tonnellate, il doppio rispetto ai livelli di 30 anni fa.

La Cina si è confermata il principale consumatore e produttore mondiale, utilizzando una tonnellata su tre del carbone estratto a livello globale per alimentare le proprie centrali elettriche, quelle centrali che elettrodotto dopo elettrodotto,  presa dopo presa, colonnina dopo colonnina, alimentano che cosa? Le auto elettriche.

A novembre, la produzione cinese ha toccato il record di 14 milioni di tonnellate al giorno. La domanda di elettricità è aumentata anche a causa dell’espansione dei data center. In Cina, secondo gli analisti, le variazioni climatiche estreme potrebbero far crescere i consumi di ulteriori 140 milioni di tonnellate entro il 2027.

Nelle economie avanzate, (quelle che un milanese doc definirebbe ciula) l’uso del carbone ha invece raggiunto il picco e si prevede un calo entro il 2027, grazie all’adozione di normative più rigide e al passaggio al gas naturale e in minima parte alle rinnovabili. Tutte energie con costi infinitamente più alti rispetto al carbone, che la Cina ma anche paesi emergenti come Indonesia, Vietnam e India, continuano a consumare in crescita esponenziale.  Non a caso, nonostante il boom bersaniano delle auto elettriche,  le emissioni globali di CO₂, legate alla combustione di carbone, petrolio e gas, continuano a crescere e rischiano di far superare il limite di 1,5 °C di riscaldamento globale entro sei anni.

Bruno Dardani, 30 dicembre 2024

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