Auto elettrica? È il comunismo vestito di verde

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Nicola Porro

Forse non sarà “meglio di un orgasmo” sentir parlar male delle auto elettriche, come scherzava Cruciani. Però sul tema delle energie rinnovabili, e su quella che i ben informati chiamano “nuova mobilità“, bisognerà pur parlare chiaro. Perché è ormai chiaro pure ai sassi che le automobili a batteria, meno inquinanti e più silenziose di quelle dotate di motore a scoppio, sono “fatte per la gente ricca e che vive in centro”. Magari senza problemi di parcheggio o di allaccio alla rete per le ricariche.

C’è un motivo se Aiko Toyoda, numero uno della Toyota, uno dei massimi produttori al mondo di quattro ruote, è convinto che le elettriche “non domineranno mai il mercato”. E se un’azienda così importante, e così tecnologicamente avanzata, non intende abbandonare del tutto il motore endotermico, come invece vorrebbe fare l’Europa entro il 2035. Perché il mondo non è tutto a immagine e somiglianza del triangolo della moda di Milano né come il centro burocratico di Bruxelles. L’Europa è fatta di gente che abita in periferia, che fa il pendolare verso le grandi città, che non ha il parcheggio e magari neppure i soldi per buttare la sua diesel di 15 anni e per cambiarla con una full electric rossa fiammante.

Discutendone alla Ripartenza 2024 di Milano con Giuseppe Cruciani, Nicola Porro ha sottolineato proprio questo aspetto irrazionale della “rivoluzione verde”. “È una sorta di comunismo vestito di verde – ha detto il direttore di Nicolaporro.it – non cambia nulla e la presa in giro è sempre per i più deboli”. In fondo, anche Simone Demarchi, amministratore delegato di Axpo Italia, nel suo intervento aveva messo in guardia da chi affronta i temi dell’elettricità e della sostenibilità ambientale con toni ideologici. Intanto perché si farà fatica a sostituire l’attuale fabbisogno energetico con sole sorgenti rinnovabili, figuratevi con l’aumento di richiesta che ci sarà nel futuro prossimo all’aumentare della popolazione sul pianeta. Ma anche perché l’approccio più razionale è sempre quello più equilibrato: se le tecnologie mettono a disposizione energia atomica, fossile e rinnovabile, la scelta migliore sarà quella di utilizzare un saggio mix. “Io sono contro ogni talebanesimoha spiegato Demarchi – c’è chi sostiene che il futuro sia il nucleare e chi ritiene che lo sarà solo il green. Ma sono battaglie poco realiste: occorre usare tutto quello che c’è a disposizione. Dire ‘no al green’ sarebbe stupido, ma anche dire ‘solo green’ sarebbe altrettanto sciocco”.

Franco Lodige, 3 febbraio 2024

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