Suicidio green

Auto elettrica, la Corte Ue certifica: perderemo la sfida delle batterie

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C’era chi urlava al complottismo, e ora proprio chi veniva etichettato in questa cerchia può dire di aver strappato una vittoria. L’ennesima. Vi ricordate la battaglia sull’auto elettrica? Quando, soprattutto dalle colonne di questo sito, ricordavamo come la transizione verso i veicoli ibridi fosse un regalo alla dittatura comunista cinese? Ecco, ancora una volta sono i dati a darci ragione.

Oltre il 76 per cento della produzione globale, in materia di batterie, arriva direttamente da Pechino, mentre i Paesi dell’Unione Europea stanno perdendo “la corsa per diventare una superpotenza mondiale”. È il risultato delineato dall’ultima relazione speciale della Corte dei Conti dell’Ue, affermando inoltre che i “fabbricanti di batteria potrebbero pure abbandonare il Vecchio Continente e trasferirsi in altre regioni, non da ultimo gli Usa, che offrono i loro massicci incentivi”.

Insomma, una beffa da ambo i lati: da una parte, dal principale alleato geopolitico, quello al di là dell’Atlantico; dall’altra, invece, dal principale avversario economico, ovviamente la Cina. L’ennesima dimostrazione di come l’avvicinamento allo sviluppo del settore elettrico rischi di creare più pericoli che benefici. E questo soprattutto in termini geopolitici, visto che un incremento nella produzione elettrica porta a cascata una maggiore dipendenza dal Paese d’eccellenza, ovvero il regime di Xi Jinping. Quest’ultimo può contare anche su oltre il 90 per cento della produzione di litio (indispensabile per le batterie elettriche), in mano o a Pechino oppure ai Paesi satellite della Cina, fatta grande eccezione per l’Australia. Insomma, a tutti gli effetti, l’Ue sta sacrificando uno dei pochi settori in cui primeggiava a fianco agli Stati Uniti (ovvero quello dell’automotive diesel e benzina) per consegnarsi nelle mani del nemico. Una scelta che tanto assomiglia al rapporto di dipendenza che il Vecchio Continente ha avuto con la Russia, in termini di forniture di gas e petrolio, i cui effetti si sono poi visti con lo scoppio della guerra in Ucraina.

Per approfondire

Ma il rapporto della Corte dei Conti non finisce qui. L’Unione Europea rischia di perdere la corsa alla batteria sotto un altro profilo, causa “la sovvenzione americana alla produzione di minerali e batterie, nonché l’acquisto di veicoli elettrici fabbricati negli Stati Uniti utilizzando componenti americane. Cosa nei fatti impossibile invece per i Paesi membri dell’Ue”. Washington è quindi al passo rispetto alla superpotenza cinese, anche se in questo ambito Ford e Catl hanno sottoscritto un accordo che permetterà alla casa automobilistica di utilizzare le tecnologie della società cinese, proprio nella produzione di batterie. Un accordo seguito dall’apertura di uno stabilimento in Michigan, rappresentando il primo passo di Catl per entrare stabilmente nella filiera produttiva statunitense delle auto elettriche.

Nel frattempo, l’Unione Europea rimane la terra di mezzo, asfissiata tra il nemico Pechino e l’alleato Washington. Una posizione che rischia di individuare Bruxelles come la ruota del carro, portando concretamente a segnare la terza débâcle nelle tre grandi battaglie geopolitiche degli ultimi anni: vaccini, gas e automotive. Una sconfitta su tutti i fronti.

Matteo Milanesi, 20 giugno 2023

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