È un libro che, scusate la prima persona, avrei voluto scrivere io. Ma non ne avrei avuto le competenze. S’intitola L’auto elettrica. La grande illusione (Lindau) e a scriverlo è Giancarlo Genta, docente di Ingegneria al Politecnico di Torino. Genta non ha un atteggiamento sprezzante per chi sceglie questa tecnologia, anzi preferisce definire l’elettrificazione un’illusione più che una truffa. Ma con dati e conoscenze ne smonta tecnicamente i miti.
«Oggi la possibilità di imporre in tempi brevi le auto elettriche come soluzione di massa rischia di rivelarsi una grande illusione soprattutto dall’industria europea e quindi dalle classi meno agiate e da un ceto medio in via di progressivo impoverimento», dice Genta, che – pur essendo un tecnico – nota un aspetto sociale molto delicato: «Non c’è alcun dubbio che il modello di mobilità basato sulla motorizzazione di massa, con la grande diffusione di veicoli di proprietà del singolo utente, ha dato a un sempre crescente numero di esseri umani una libertà di movimento che non si era mai vista nella storia». La grande illusione dell’auto elettrica rischia di ridurre il consumo di auto da parte di ceti sempre più vasti della popolazione. Genta stesso nota come è diventato «tassativo limitare il più possibile la circolazione dei mezzi privati, in particolare nelle città, con limitazioni di ogni genere, dai divieti alle tasse sui veicoli e sui carburanti, da limiti di velocità talvolta assurdi a incentivi per chi usava il trasporto pubblico… Tuttavia a un certo punto qualcuno ha pensato bene di aggiustare il tiro: colpevole di tutti i mali non era tanto l’automobile in quanto tale, ma il motore a combustione interna che la aziona, antiquato, sporco, inquinante».
Eppure nota con semplicità Genta, l’elettricità è solo «un vettore energetico, che permette di trasportare l’energia prodotta in un luogo verso un utilizzatore posto in un altro. Occorre quindi una fonte energetica primaria, un sistema di generazione che trasformi l’energia (chimica, nucleare, cinetica del vento, elettromagnetica della luce del sole, ecc.) della fonte primaria in energia elettrica, un sistema di trasmissione che trasporti l’energia verso l’utilizzatore e infine un sistema che la trasformi, in tempo reale, nella forma voluta».
E qui nascono i problemi dell’elettrico e del complesso ciclo che la rende più o meno conveniente, più o meno sostenibile, come carburante per i trasporti individuali. Occorre misurare «l’energia utilizzata da un veicolo durante il suo funzionamento, ma anche l’inquinamento e il consumo energetico nel corso del suo intero ciclo di vita, vale a dire che devono essere tenuti sotto controllo l’inquinamento prodotto e l’energia consumata nella produzione, manutenzione e smaltimento dei veicoli al termine della loro vita operativa». Ma nel libro c’è molto di più. Vale la pena leggerlo.
Nicola Porro per Il Giornale 22 dicembre 2024
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