Come anticipato anche su questo sito, si arena a Bruxelles la norma che voleva uccidere l’auto a motore endotermico per favorire le batterie cinesi. L’Italia è riuscita a creare un gruppo di minoranza, insieme alla Germania, per bloccare – almeno per il momento – la decisione sul Fit For 55. Alla riunione degli ambasciatori Ue sul regolamento che prevede lo stop alla vendita di auto nuove a diesel e benzina dal 2035, si è deciso di non decidere: il voto è stato rinviato “a data da destinarsi”.
Lo stop al voto in Ue
“Il Coreper tornerà sulla questione a tempo debito”, ha detto un portavoce della presidenza svedese dell’Unione. Ma si tratta di uno smacco per Ursula von der Leyen e una vittoria per i critici, in prima fila l’Italia. Il voto era già stato rinviato nelle scorse ore e ieri sera era trapelata tutta la perplessità della Germania, una presenza di peso nel blocco dei contrari già composto da Italia, Polonia e Bulgaria.
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Il rinvio della decisione del Coreper sull’auto elettrica rende impossibile il via libera definitivo che era in programma nel Consiglio europeo di martedì. Il Parlamento europeo aveva dato la sua approvazione finale il 14 febbraio scorso, ma sono tanti i dubbi sulla decisione di mandare al macero i motori endotermici – e tutta l’industria che li sostiene – in appena 12 anni. Basti pensare alla questione delle terre rare, fondamentali per le batterie, su cui la Cina ha un enorme vantaggio. Oppure il rischio di ritrovarsi indietro dal punto di vista tecnologico rispetto ai concorrenti. Senza contare che l’elettricità necessaria a muovere le nuove auto sarà prodotta in larga parte da sistemi inquinanti e che solo l’Europa sta intraprendendo questa strada, mentre tutto il mondo continuerà a muoversi a benzina. Rendendo irrisorio il vantaggio ambientale che ne deriverà.
Esulta Matteo Salvini: “Rinviato a data da destinarsi il voto in Europa sul divieto alle auto a benzina e diesel dal 2035 – dice – Un grande segnale arrivato anche grazie alla Lega: è stata ascoltata la voce di milioni di italiani, e il nostro governo ha dimostrato di offrire argomenti di buonsenso sui tavoli internazionali, a difesa della nostra storia e del nostro lavoro. La strada è ancora lunga ma non ci svenderemo alla Cina. La Lega c’è”.
L’asse Roma-Berlino
Ieri sra una telefonata tra Salvini e il ministro federale tedesco per il Digitale e i Trasporti, Volker Wissing, aveva fatto presagire il risultato odierno. I due Paesi condividono un’intesa sul principio di neutralità tecnologica per evitare lo stop dal 2035 per i motori a combustione. La Germania ha chiesto all’Europa un impegno concreto per favorire le tecnologie degli e-fuel: in sostanza, anziché puntare tutto sull’elettrico, Berlino vorrebbe lasciare alle case automobilistiche la possibilità di produrre e immatricolare auto a endotermici ma alimentati con combustibili “green” che abbattano le emissioni. In questo modo, sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi ecologici senza uccidere un intero settore economico (a rischio ci sono 67 mila posti di lavoro entro i prossimi 7 anni) e soprattutto senza consegnarsi mani e piedi alle batterie cinesi (degli oltre 130 siti produttivi per le batterie al litio esistenti attualmente nel mondo, cento si trovano in Cina). Il via libera agli e-fuel è difficile venga inserito nel pacchetto di regolamento sullo stop alle auto inquinanti, visto che il Parlamento Ue lo ha già approvato e manca solo la ratifica formale del Consiglio europeo. Ma potrebbe spuntare in una delle altre misure del pacchetto Fit for 55. Berlino però ha bisogno di tempo per negoziare, motivo per cui oggi il voto è slittato.
“Ursula sta sbagliando”
“L’Italia voterà contro e sarà un segnale anche per tutta l’attività dell’Ue su altri dossier, dall’automotive al packaging”, aveva annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Noi condividiamo gli obiettivi ecologici ma serve una visione pragmatica, concreta, e non ideologica, messianica, frutto di una concezione che appartiene al passato. All’Europa serve una sveglia”. Per Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e relatore del Ppe in commissione Trasporti sul regolamento emissioni per le auto nuove e i veicoli leggeri, il rinvio odierno è un segnale forte e chiaro a Frans Timmermans: “Sta saltando il tentativo della componente più ideologizzata della Commissione, di rovesciare l’assetto dell’industria e della mobilità Ue secondo lo schema intransigente del ‘solo elettrico’. Per loro è già una sconfitta politica ed è un severo monito alla cosiddetta ‘maggioranza Ursula’ che regge la Commissione: sulla transizione ecologica l’esecutivo Ue sta sbagliando”.