Auto elettriche, crisi senza fine. Mr Toyota: “Ecco perchè non ci crediamo”

Brusca frenata di Stati e case produttrici, il mercato delle auto alla spina è in tilt con buona pace dei talebani green

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Nonostante la grande campagna di comunicazione messa in moto dagli integralisti, non è un bel momento per le auto elettriche. Tra bugie e non detti, il mercato delle auto alla spina deve fare i conti con una brusca frenata, tale da metterne a repentaglio il futuro. Emblematica la decisione di Stati e case produttrici di mettere in stand-by piani ambiziosi e soprattutto milionari. La vendita di veicoli green-friendly non ha conosciuto l’atteso boom, anzi: in Italia e in Europa stanno aumentano le immatricolazioni di vetture a benzina e diesel.

Come evidenziato da Repubblica, a gennaio la quota di mercato delle auto elettriche in Europa è scesa dal 15,7 per cento del 2023 all’11,9 per cento. Percentuale addirittura dimezzata in Italia: dal 4,2 al 2,1 per cento. La spinta verso la transizione della mobilità all’elettrico si sta affievolendo per gli esperti, una notizia quasi esiziale per chi profetizzava una crescita esponenziale di vendite e il progressivo abbandono dei motori termici. Le ripercussioni sono evidenti: servirà molto più tempo – ma anche molti più soldi – per arrivare a una mobilità solo elettrica. I motivi del flop sono lapalissiani: prezzi esorbitanti, colonnine di ricarica sì in aumento ma non a sufficienza e scarsa facilità d’uso, senza dimenticare la naturale resistenza al cambiamento.

Il mercato dà le indicazioni, gli Stati e le case produttrici agiscono di conseguenza. Ad eccezione della Francia – dove lo Stato si è inventato il cosiddetto leasing sociale – si stanno registrando tagli alla produzione e purtroppo ai dipendenti. Se il Regno Unito ha eliminato gli ecobonus da ormai due anni, la Germania ha annunciato il taglio pochi mesi fa, con effetti importanti sui risultati complessivi delle auto elettriche in Europa, considerando che quello di Berlino è il primo mercato del Vecchio Continente. Altro dettaglio da non sottovalutare è il risultato delle prossime elezioni europee: chi vincerà potrebbe dare una sterzata alle politiche green oppure mettere il freno alla furia green in stile Timmermans.

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Chi ha sempre espresso dubbi sulle auto elettriche è Akio Toyoda, amministratore delegato della Toyota. L’esperto non ha mai utilizzato troppi giri di parole: pur condividendone il principio, ossia la salvaguardia dell’ecosistema, la sua azienda non crede nelle auto alla spina. Non sono mancate severe critiche all’indirizzo della politica internazionale di puntare esclusivamente su di loro, con tanto di profezie preoccupanti sul futuro del mercato, destinato a crollare da un momento all’altro. “Ci sono molti modi per scalare la montagna della neutralità di CO2. Se le regole vengono scritte in maniera ideologica, allora sono i consumatori, le persone normali a soffrire maggiormente”, il suo mantra, ricordando le emissioni di anidride carbonica prodotte dalla generazione di elettricità, i costi sociali della transizione energetica oppure la perdita di milioni di posti di lavoro. Ma non è tutto. Il top manager di Toyota ha infatti ventilato un nuovo motore in grado di “distruggere” l’intera industria dei veicoli a batteria. Toyoda non si è sbilanciato ulteriormente, ma potrebbe arrivare presto la svolta per la mobilità verde.

Massimo Balsamo, 19 marzo 2024

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