Politiche green

Auto elettriche, il dossier Ue ammette: “Non siamo pronti a dire addio alla benzina”

Bruxelles ha lanciato l’allarme sulle auto alla spina: ecco l’analisi agghiacciante della Commissione europea

auto elettrica

Uno dei cavalli di battaglia della religione green che attanaglia l’Europa è l’auto elettrica, lo sappiamo. Le notizie negative sono ormai all’ordine del giorno tra vendite non esaltanti e l’aumento delle immatricolazioni di vetture a benzina e diesel,  eppure i talebani continuano a ritenere i veicoli alla spina come unica soluzione possibile per il bene della Terra. Ma ci sono dei limiti impossibili da nascondere, tanto da costringere l’Europa ad ammettere le criticità, fino alla profezia esiziale per gli integralisti verdi: l’addio alla benzina per il momento è fuori discussione.

La Commissione europea ha stilato un documento che mette seriamente in discussione l’addio ai veicoli a benzina e diesel fissato per il 2035. Tante le problematiche rintracciate dagli esperti Bruxelles, in ordine sparso: vendite a rilento, centraline di ricarica al palo e la mancanza di dati sui potenziali rischi di blackout di rete. Senza dimenticare un’altra difficoltà tutt’altro che secondaria: la catena di approvvigionamento delle batterie ancora da mettere in piedi e nettamente sbilanciata verso l’estero.

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L’Europa è lontana dall’essere pronta a vietare i motori a combustione, la conclusione dei funzionari della direzione generale Mercato interno e industria. “Il Green Deal non sarà raggiunto con la bacchetta magica o con un ordine esecutivo di Bruxelles”, ha spiegato il commissario Thierry Breton ai microfoni di Politico: “Tutte le condizioni abilitanti devono essere soddisfatte”. Entrando nel dettaglio del documento, questo prende in esame cinque aspetti. Il primo è l’evoluzione delle vendite di auto elettriche: l’anno scorso nell’Ue sono stati venduti 1,5 milioni di auto alla spina. +400 mila rispetto al 2022, ma il ritmo è basso per le ambizioni di Bruxelles.

Un altro fattore da non sottovalutare è il costo delle elettriche. Non è un caso che i modelli cinesi abbiano tanto successo: sono meno cari di quelli made in Ue, che partono da una base di 20 mila euro. In altri termini, chi non ha un reddito alto non può bramare l’acquisto di un veicolo a batteria. Il report ha posto l’accento sulle infrastrutture – serviranno almeno 3 milioni di punti di ricarica – e sull’occupazione, con il passaggio all’elettrico e l’addio al motore a combustione che richiederanno nuove tipologie di operai specializzati, molti potrebbero trovarsi con competenze fuori mercato.

L’ultimo capitolo riguarda invece le batterie, con l’ambizione che da qui al 2026 la domanda superi l’offerta delle gigafactory europee. La problematica è legata alla catena di approvvigionamento dei materiali necessari per le elettriche. “Anche se abbiamo fatto buoni progressi nella produzione di batterie, i progetti non emergono così velocemente come necessario” ha ribadito Breton.

La strada è innegabilmente in salita, con buona pace dei fanatici dell’ideologia green. Una cosa è certa: l’addio alla benzina nel 2035 sarebbe un azzardo, i numeri non mentono.

Massimo Balsamo, 17 aprile 2024

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