Il dado è tratto. Ha vinto Frans Timmermans e la sua ideologia green: il Consiglio Europeo ha dato il via libera al regolamento sullo stop delle auto a benzina e diesel.
I ministri dell’Energia, dopo l’accordo tra Bruxelles e Berlino, hanno approvato oggi il documento finale. Ora è assicurato: le auto a benzina e diesel scompariranno dalla produzione in poco più di dieci anni. Una rivoluzione la cui unica novità rispetto alle decisioni del parlamento europeo riguarda una deroga per i motori endotermici alimentati da carburanti sintetici, i famosi e-fuel tedeschi. Al voto, l’Italia si è astenuta così come Romania e Bulgaria. La Polonia invece ha votato contro.
Il voto in Consiglio
Dal punto di vista tecnico, astenersi equivale a votare contro. Però l’Italia spera di poter tenere aperta una porta in futuro. Il fatto che i motori endotermici non scompaiano del tutto è un dato positivo che inserisce la cosiddetta neutralità tecnologica sul piatto. Certo, l’accordo non prevede i biocarburanti. Però nel 2026 è prevista una revisione dei piani in base all’andamento delle tecnologie: da qui a quel giorno, molte cose potrebbero cambiare. Una sicura: tra tre anni il mandato di Ursula von der Leyen e dei suoi commissari sarà scaduto. Avremo un nuovo parlamento e magari alcuni dettagli potranno essere rivisti.
La nota del ministro
Il ministro Pichetto Fratin si mostra cautamente ottimista. “L’Italia prende nota della dichiarazione scritta della Commissione sul Considerando 11 del nuovo Regolamento sulle emissioni delle automobili e dei furgoni, relativo all’immatricolazione dopo il 2035 dei veicoli con motore endotermico che funzioneranno con combustibili neutri in termini di CO2 – dice – Il riconoscimento da parte della Commissione che tali veicoli potranno ancora essere prodotti e che quindi contribuiranno anch’essi al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dal Regolamento è uno sviluppo positivo”. Resta ovviamente lo smacco per la decisione della Germania di procedere in solitaria. “Da un lato apprezziamo dunque la scelta di riconsiderare i motori endotermici indispensabili per la sostenibilità economica e sociale di molti Paesi dell’Unione – insiste Pichetto Fratin – dall’altro, consideriamo che la previsione nella dichiarazione della Commissione dei soli carburanti sintetici rappresenti una interpretazione troppo restrittiva, che non consente ancora una piena attuazione del principio di neutralità tecnologica per il quale l’Italia si è sempre battuta sulla base di dati tecnici e scientifici”.
La battaglia ora si sposta nella fase di approvazione degli atti legislativi, dove il governo italiano spera di poter far rientrare dalla finestra anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2.
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