Auto, si muove l’Ue. Il vice di Ursula: “Pronti a rivedere le regole green”

Le promesse del vice presidente della Commissione, Stéphane Séjourné. Cosa può cambiare (ma i verdi si opporranno)

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Ursula Europa 02

Nel panorama industriale europeo, l’Italia gioca un ruolo cruciale, come conferma il recente viaggio di Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Prosperità e alla Strategia industriale, che ha scelto il Belpaese come destinazione della sua prima visita ufficiale. Il Corriere della Sera riporta la sua intervista, in cui Séjourné encomia l’Italia per la sua abilità esportatrice e il suo settore chimico, non dimenticando di affrontare temi caldi come il settore automobilistico e le strategie europee del futuro.

Séjourné non ignora le sfide che il settore automobilistico sta affrontando, evidenziando come “l’industria dell’auto ha gli stessi problemi del resto dell’industria europea, che soffre per i prezzi dell’energia troppo alti, per la sovraccapacità produttiva esterna, in particolare cinese, che si riscontra in molti settori come l’acciaio e l’alluminio, e per la concorrenza sleale sul mercato. Vogliamo fare tutto il possibile per abbassare i prezzi dell’energia e garantire la certezza del diritto con clausole di salvaguardia”.

Alla richiesta di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, di anticipare la revisione delle regole sul bando del motore a scoppio dal 2035, il vicepresidente risponde pragmaticamente, proponendo di avviare il lavoro di revisione nel 2025: “Sono pronto a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027”. Sul tema delle multe alle case automobilistiche costrette a vendere una quota di elettriche (che non riusciranno mai a raggiungere) per rientrare nelle quote di emissione di C02, Séjourné dice e non dice: “I target fissati non sono in discussione. Ma la questione delle multe deve essere risolta in modo pragmatico per non penalizzare i produttori ai quali viene chiesto di fare molto”.

Anche il Ppe ha presentato un piano per rivedere le regole del green deal. Il fronte, guidato dal governo italiano, si sta allargando. Ma è sicuro che sia i Verdi che la Commissaria Ribera opporranno una strenua resistenza ad ogni ritocco.

Séjourné annuncia poi un “choc di semplificazione importante per le aziende e per tutta la filiera industriale” e parla di un imminente piano per l’Industria pulita. Dettaglia anche l’introduzione di un fondo per la competitività che avrà tre funzioni principali: offrire garanzie per i progetti senza accesso a finanziamenti tradizionali, aiutare ricercatori e start-up innovative, e sostenere le scale-up. “Gli industriali non mettono in discussione gli obiettivi climatici ma contestano l’eccesso di burocrazia che comportano le transizioni che abbiamo chiesto loro di fare – dice – Quindi chiedono una maggiore semplificazione amministrativa e normativa ed è quello che daremo loro perché è un bene per le imprese, per l’occupazione, per l’economia”.

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