Nei piccoli centri, gli autovelox si sono evoluti in veri e propri mezzi per la generazione di notevoli introiti, anche se poi il loro utilizzo è vincolato ad interventi di manutenzione stradale. Per esemplificare, alcuni comuni del Veneto hanno visto introiti impressionanti grazie a questi dispositivi, superando in alcune situazioni il milione di euro. Il caso del Passo Giau, in provincia di Belluno, è particolarmente significativo: il comune di Colle Santa Lucia, nonostante conti solamente 350 anime, ha visto l’accumulo di 1.265.822 euro in tre anni da un solo autovelox, evidenziando l’alta frequenza di rilevazioni in certe zone, spesso meta di flussi turistici. In pratica 3.616 euro per ogni residente, anche se a beccarsi la multa a casa probabilmente sono soprattutto i turisti.
Sempre in Veneto, la patria di Fleximan, altri autovelox hanno fatturato cifre da capogiro: a Cittadella 3.486.863 euro, oltre il milione a testa sono andati invece i Comuni di a Cadoneghe, Giacciano Con Baruchella, Bagnolo Di Po, Arsiè e Tribano.
La realtà meridionale non si discosta, con i comuni di Galatina, Trepuzzi, Cavallino e Melpignano, nel Salento, che hanno totalizzato 8,7 milioni di euro di sanzioni nel solo 2023. Solo Galatina si è fermata nel 2023 a 4,7 milioni di euro, 1.830.484 euro a Trepuzzi, 1.240.770 euro a Cavallino e “appena” 898mila euro a Malpignano.
Un indicatore chiaro di quanto tali dispositivi possano essere una fonte vitale per i bilanci comunali, in particolare nelle aree meno densamente popolate dove le risorse finanziarie sono più ristrette. Altri esempi: a Puglianello, Castelvenere, Torrecuso gli incassi sono arrivati a 2,3 milioni di euro grazie alla “temibile” strada statale 372 Telesina. Mentre gli autovelox sulla via Flacca, nel Lazio hanno permesso a tre Comuni di rimpinguare un po’ le casse: 2.177.914 euro a Terracina, 506.886 euro a Formia e 365.326 euro a Gaeta.