“Awoman”: l’ultima pagliacciata democratica

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“Amen e una donna”. Il signor Emanuel Cleaver, membro democratico della Camera dei Rappresentati per lo Stato del Missouri e pastore protestante metodista, ha per la prima volta nella sua carriera politica detto qualcosa capace di fare il giro del mondo.

“Amen e una donna”

Invitato a pronunciare la preghiera di apertura del 117° Congresso di domenica, ha deciso di introdurre un gesto verso la neutralità di genere, “lo chiediamo in nome del Dio monoteista… Dio conosciuto con molti nomi e da molte fedi diverse. Amen, e una donna“, ha detto in un’espressione che è tecnicamente nello stile dem: non c’è niente di più democratico, e quindi tirannico, della stupidità. Emanuel Cleaver ha sconcertato (quasi!) tutti quando ha deciso di chiudere la preghiera di apertura di domenica al nuovo Congresso con un “amen e awoman”.

Il tentativo di inclusività di Cleaver gli sarà stato ispirato da Nancy Pelosi. Appena rieletta presidente della Camera, ha prontamente introdotto nuove regole del Congresso che vietano il linguaggio di genere quando si descrivono le relazioni familiari. Confusi? Non preoccupatevi, Pelosi ha redatto una comoda, quanto inconcludente, lista. Padre, figlio, madre, figlia, zia, zio e qualsiasi altra parola simile che accenni al sesso biologico, al dato di natura, non potrà più essere usata in riferimento a un parente di un membro del Congresso. Questa regola, ha affermato Pelosi, “riflette le opinioni e i valori dell’intera nostra maggioranza democratica alla Camera, storicamente diversificata”.

A quel punto Cleaver sarà stato colto da un tale terrore di inciampare nel genere femminile e in quello maschile che, tra i sudori freddi, s’è assicurato che la sua preghiera non finisse con quella parola tossicamente mascolina “amen”. Naturalmente, come la maggior parte delle priorità della politica dell’identità e dell’inclusività, tutto ciò non ha senso.

Ma come si è arrivati a tanta ignoranza? Ad un tale disprezzo per la realtà? “Amen” non è mai stata una “parola di genere” – per quello che vuol dire quest’espressione. Deriva dall’ebraico e significa ‘certezza’, ‘verità’, ‘così sia’. È pertanto dolorosamente ironico constatare come i progressisti che negano la biologia, s’impelaghino con la “verità”. Lancino sé stessi nelle sabbie mobili della realtà e ne escano fingendo indifferenza. Mentre parte del mondo ridacchia e gli dà solo dello “stupido”, ci rendiamo conto quanto ci sia poco di divertente se al Congresso Usa si arrivi a mistificare persino una parola come “amen”. Se si immagina che una parola così antica sia appannaggio del barbaro, (quello sì! con la grammatica rudimentale che si ritrovano), inglese moderno vuol dire che Cleaver, prima di una capatina dallo psichiatra per forme strane di dissociazione dalla realtà, dovrebbe tornare alla scuola elementare. Se i Democratici vogliono davvero essere coraggiosi soldati contro l’esclusività di genere, perché non prendono in considerazione la possibilità di modificare in modo simile altre parti del dizionario?

In Italia abbiamo avuto chi molto sensibile all’irrealtà, s’era inventato “la presidente”. Come se il mondo aspettasse la sua venuta per accorgersi delle regole della grammatica. E allora la assessora, la sindaca, la medica, l’ingegnera, la presida, sono entrati a gamba tesa in vocabolari mai redatti. Ma se qualcuno osava celiare su “presidenta”, ecco che il dato di natura, ancora una volta, s’imponeva in quel piagnucolare, proprio delle femminucce, sull’imperante sessismo. Ogni riferimento al deputato Boldrini è puramente casuale, siete voi che pensate male.

L’importanza della spiritualità

Il caso Cleaver, però, ci dimostra che nulla può più l’indignazione contro l’intera fattoria degli animali di orwelliana memoria e contro l’infinita catena di mistificazione globale. È indispensabile un passaggio successivo. Eppure resta la domanda iniziale, perché è successo? Perché la prima generazione dall’inizio della storia dell’umanità che non ha conosciuto né fame né guerra è così disperata da odiare la realtà?

Oltre le più ovvie constatazioni, il deputato Cleaver, con la sua ignoranza, ci ha riportati al punto più importante: da circa sessant’anni l’Occidente è la prima civiltà ad aver rinnegato la propria religione per sostituirla con il nulla. E se il nulla avanza, si sa, avanza anche la schizofrenia. Una delle cause di questo aumento folle della lotta alla realtà, e quindi della depressione, è la perdita del rito religioso condiviso, siamo davvero l’unica società che non ha riti condivisi – quasi meno del 10% in Occidente va a Messa.

Oggi che il politicamente corretto ha tolto la bellezza della religiosità del rito condiviso, la modernità agonizzante ha spazzato via il sacro per sostituirlo con il sociale utile, ha prodotto chiese vuote, convertite in palestre e moschee. E siamo al cospetto, quasi con naturalezza, dell’ottusa ignoranza, come quella di Emanuel Cleaver. Quando si portavano i bambini in chiesa e si faceva loro prender parte ad un rito religioso, la prima cosa che si notava era quanto restassero rapiti, attoniti di fronte alla straordinarietà tutt’intorno aiutavano a definire il confine con il totalmente altro che sta fuori certi luoghi: gesti straordinari, immagini straordinarie, odori straordinari – come l’incenso – musica straordinaria, li tenevano in silenzio.

Stupiti, ma calati nella loro realtà. Studi qualificatissimi dimostrano, infatti, l’importanza della spiritualità non solo nella costruzione della felicità, ma anche nella costruzione dell’equilibrio neurologico. Ecco cosa ci ha dimostrato, all’alba del nuovo anno, il signor Cleaver: la postmodernità ha distrutto l’equilibrio neurologico.

Lorenza Formicola, 5 gennaio 2021

 

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