Faccia a faccia sull’innovazione in Cattolica con la tavola rotonda di Banca Generali, Talent Garden e il responsabile del lavoratorio di ricerca digitale dell’ateneo milanese. Davanti a 300 ragazzi del corso di organizzazione aziendale abbiamo analizzato nell’incontro Ricette di Innovazione le sfide delle imprese che si contendono la competitività nei rispettivi settori non solo con i “talenti” ma anche a suon di investimenti in tecnologie come l’artificial intelligence, il fintech nei servizi finanziari, o la blockchain.
Interessante la posizione del giovane amministratore delegato della banca private che unisce all’approccio di “open banking” quasi da start up, ovvero restando aperti all’opportunità di integrare applicazioni e sistemi informatici esterni al proprio perimetro, anche un’attenta analisi sulla sostenibilità del proprio modello di business nel tempo. “La vera sfida è cercare di creare valore in modo sostenibile, coinvolgendo il sistema e la collettività, la tecnologia è un enabler assolutamente prioritario ma deve saper creare valore non solo in termini economici, ma – nel nostro caso – alla relazione di fiducia tra banker e cliente. Crediamo nella condivisone di obiettivi che sappiano ispirare e muovere le persone e portare un contributo alla collettività e al sistema, questa è l’ambizione che ci spinge a cercare di fare le cose in modo diverso, con grande attenzione alla qualità nel lungo periodo”.
L’innovazione è un pilastro ormai indispensabile nella strategia delle aziende. Il prof. Rajola ne respira tutti i giorni i contenuti come direttore dei centri di ricerca dell’ateneo milanese: “I ragazzi mi chiedono sempre di più consigli su come dar concretezza ad una propria idea, è lo specchio dei tempi indotto dalle crescenti opportunità che offre il digitale” sottolinea il docente.
Chi ne ha saputo cogliere al meglio i frutti è sicuramente il ventottenne Davide Dattoli – unico italiano recentemente inserito tra i maggiori influencer in Europa under 30 dalla rivista Forbes – che, dopo essere partito bussando a decine di porte per raccontare il proprio sogno di spazi di co-working dove dar supporto ai giovani di talento, è riuscito a raccogliere 60 mln di euro per dar slancio ad un progetto che in pochi anni è diventato il punto di riferimento in Europa. “Cresciamo del 100% anno dopo anno da ormai 6 anni e gli investimenti che stiamo portando avanti per espandere i nostri spazi di co-working trovano la fiducia dei nostri azionisti e dei finanziatori del progetto nella qualità delle persone; siamo partiti da Brescia con 30 mila euro di un primo investitore – Il Giornale di Brescia – che ha creduto in noi, e ora abbiamo 25 centri in otto Paesi europei con 160 dipendenti ed un’età media sotto i 31 anni”.