Esteri

La guerra del gas

Basta accusare solo Orban: così Berlino frena sulle sanzioni a Putin

Una nota delle associazioni industriali tedesca e austriaca svela la verità dietro gas e petrolio. Berlino ha paura di bloccare l’economia

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Da giorni non si fa che parlare di quanto sia brutto e cattivo Viktor Orban, che tanto ha tramato a Bruxelles per escludere l’Ungheria dal bando al petrolio russo via nave. Bene. Abbiamo più volte detto che si tratta di una lettura riduttiva della partita che si è giocata in Europa: non solo perché anche altri Stati hanno ottenuto l’esenzione dall’embargo (Repubblica Ceca, Bulgaria) ma anche perché tante sono state le resistenze di Berlino.

Ecco, la Germania. Solo uno bravo a decifrare gli enigmi può riuscire a capire per quale motivo se l’Ungheria si oppone al blocco del petrolio, di cui va ghiotto, diventa un “ricatto” che rompe l’unità dell’Ue, mentre se Scholz ottiene il via libera all’importazione del gas, nessuno fiata. Perché in fondo di questo si tratta. La “locomotiva d’Europa” vive di gas russo da cui è dipendente. E chiudere i rubinetti allo scoppio della guerra avrebbe affossato l’economia teutonica.

Lo ha spiegato chiaramente il presidente della Confederazione della associazioni datoriali tedesche. Rainer Dulger, ammonendo il governo di non accettare l’immediato embargo al gas di Mosca perché l’industria “non è preparata”. Simile allarme era stato lanciato anche da Georg Knill, ovvero il presidente della Federazione dell’industria austriaca. L’embargo, hanno spiegato le due associazioni, “avrebbe anche un impatto sull’occupazione e sui nostri mezzi finanziari, con i quali possiamo adempiere ai nostri obblighi internazionali”. “Germania e Austria – si legge nella nota -vogliono rimanere partner forti nella comunità internazionale. Per questo abbiamo bisogno di un’economia forte e di mercati del lavoro stabili”. Quindi bene alle sanzioni. Ma non quelle che fanno male a noi.

Difficile immaginare che Olaf Scholz e il cancelliere austriaco possano non tenere conto delle richieste del loro settore economico. Dunque delle due l’una: o consideriamo brutti, cattivi, troppo morbidi con Putin eccetera eccetera anche i tedeschi e gli austriaci, che si oppongono all’embargo del gas, oppure è sciocco prendersela solo con Orban. Il quale avrà milioni di difetti. Ma non è l’unico ingranaggio bloccato nella mastodontica macchina dell’Ue.