Economia

Basta perseguitare chi affitta casa

Il governo sbaglia: le locazioni brevi non sono un problema ma una risorsa. E il vero Far West è quello normativo: dal 2017 una miriade di norme in più

Santanché affitti brevi © CharlieAJA tramite Canva.com

Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha ripetuto anche dalla kermesse sul lago Maggiore la “tesi” secondo la quale gli affitti brevi sarebbero caratterizzati da una situazione di “Far West” e ha preannunciato un’ennesima legge per limitarli.

In realtà, in questo settore il vero Far West è quello delle regole: comunali, regionali, nazionali e da ultimo anche europee. Limiti, vincoli, codici e ora anche l’aumento delle tasse sui proprietari. Proviamo a fare un elenco degli ultimi interventi solo a livello nazionale (al quale vanno aggiunte le mille disposizioni regionali e comunali):

  • 2017: obbligo di ritenuta alla fonte della cedolare secca
  • 2017: obbligo di trasmissione all’Agenzia delle entrate dei dati relativi ai contratti stipulati
  • 2017: obbligo di applicazione dell’imposta di soggiorno, con relative comunicazioni
  • 2018: obbligo, sanzionato penalmente, di comunicazione alla pubblica sicurezza dei dati degli alloggiati
  • 2019: istituzione della banca dati degli immobili destinati alle locazioni brevi
  • 2019: previsione di un codice identificativo per ogni immobile destinato alla locazione breve
  • 2020: trasformazione del proprietario in imprenditore in caso di locazione di più di quattro unità immobiliari destinate alla locazione breve
  • 2022: possibilità, per il Comune di Venezia, di limitare il diritto alla locazione breve
  • 2023: aumento dal 21 al 26 per cento della cedolare secca dal secondo appartamento locato

In questo far west normativo c’è bisogno di uno sceriffo, ma della libertà. In realtà, gli affitti brevi sono una risorsa, non un problema. Lo sono per le famiglie che da essi traggono un reddito (utile ad esempio a pagare la patrimoniale IMU), lo sono per muovere l’economia, lo sono per dare più scelta alle persone che viaggiano (non solo per turismo), lo sono per limitare gli effetti dell’impennata dei prezzi delle camere d’albergo, lo sono per rianimare le nostre aree interne.

Non se ne può di questa caccia alle streghe. E non consola il fatto che si tratti di una caccia inutile, come accade ogni volta che la politica si illude di fermare il vento.

Giorgio Spaziani Testa, 27 novembre 2023