Stiamo assistendo a scene che non avremmo mai voluto vedere nella nostra vita, non solo le strazianti immagini degli ospedali italiani, le carovane di camion militari con le bare dei morti, ma anche episodi più piccoli e quotidiani altrettanto significativi di un’emergenza che non è solo sanitaria ed economica ma anche sociale e psicologica. Così, i più fragili come gli anziani, diventano non più persone da difendere e salvaguardare ma quasi un fastidio, un capro espiatorio da attaccare e colpevolizzare. Sono tanti gli episodi come quello raccontato dalla scrittrice Daniela Rossi di due anziani che, mentre parlano tra loro seduti su una panchina di fianco a una farmacia per concedersi un breve riposo e un saluto dopo la coda estenuante per l’acquisto di medicine, vengono aggrediti verbalmente da una signora di mezza età di passaggio.
Il cittadino che si sostituisce all’autorità e pensa, non si sa in base a quale diritto, di poter diventare uno sceriffo; i mediocri che trovano la propria realizzazione come racconta Enrico Dal Buono in uno straordinario articolo su Rolling Stones dal titolo emblematico “Finalmente i mediocri hanno trovato la loro eccellenza: restare a casa meglio degli altri”; il condomino che si crede un eroe perché denuncia il vicino mentre fa corre in compagnia; la signora che getta un secchio di acqua in testa a un’infermiera che sta rientrando di notte dopo il turno in ospedale; chi pubblica i video dal balcone di casa giudicando le persone in strada senza conoscere storie e motivazioni. Non sono eroi che compiono il proprio dovere di cittadini ma delatori e in guerra (per chi ama il paragone bellico con questo momento storico che in realtà non ha niente a che fare con una vera guerra), c’è una bella differenza tra gli eroi e le spie.
La colpa non è solo loro ma anche di chi ha consentito che nel paese si diffondesse un clima di caccia alle streghe che è l’opposto di quello che servirebbe in un momento di emergenza sanitaria. Addirittura in Piemonte a Grugliasco il sindaco ha creato le “ronde anti-trasgressori” formate da cittadini con pettorine che “possono controllare le autocertificazioni e segnalare chi sgarra”. Non chiamatele ronde, dicono dal comune, ma “controlli di comunità”, eppure è lo spirito opposto a quello comunitario che si dovrebbe basare sul rispetto della legge ma anche sulla solidarietà comune. Stanno emergendo le peggiori pulsioni della nostra società come il clima di odio sociale che si è diffuso verso i possessori di una seconda casa controllati come se fossero dei ladri, leciti i timori, intollerabile il linciaggio mediatico e campagna d’odio che si è scatenata. La limitazione alla libertà personali, la necessità di andare oltre la retorica dell’”Io resto a casa” come ha ricordato Camillo Langone su Il Giornale, sono il risvolto della stessa medaglia di un paese che, terminata l’emergenza sanitaria, si scoprirà più fragile, meno libero e meno solidale, al di là degli slogan.