Un vecchio adagio diceva: chi dorme non piglia pesci. E visto l’ultimo pisolino che s’è fatto Joe Biden durante la Cop26, il detto pare calzare a pennello considerando le (brutte) notizie che arrivano dalla Virginia. Gli scrutini materializzano il peggior incubo dell’Amministrazione Usa: la vittoria del repubblicano Glenn Yougnkin suona come uno schiaffone in faccia ai liberal democratici e rischia di trasformarsi in una sorta di avviso di sfratto per presidente eletto. Soprattutto in vista delle elezioni di midterm del 2022.
Il voto in Virginia, insieme a quello nel New Jersey, aveva un valore politico enorme. Si trattava della prima vera tornata elettorale dopo la vittoria alle presidenziali. I media Usa avevano presentato la sfida come un referendum su Biden e lui l’ha perso. Una sconfitta che fa presagire, a meno di poco probabili miracoli economici, lo tsunami che tra un anno rischia di far perdere al presidente sia il controllo della Camera che quello del Senato. Fattore che di fatto paralizzerebbe la sua azione amministrativa.
In Virginia i repubblicani non governavano da anni e qui Joe aveva superato di ben 10 punti Donald Trump: un trionfo volatilizzatosi in meno di un anno, visto che il repubblicano Youngkin ha sconfitto senza appello il candidato sostenuto in prima persona sia da Kamala Harris che dallo stesso “Sleepy Joe”. Campanelli di allarme suonano anche dal New Jersey dove, sebbene i dati siano ancora in evoluzione, il fatto che il dem Phil Murphy sia stato costretto ad un testa a testa dallo sfidante Jack Ciattarelli fa già notizia: alla vigilia dell’apertura delle urne, la sua rielezione a governatore appariva scontata, ora non più. O comunque solo di misura: i democratici dovevano stravincere e invece si sono ritrovati a rincorrere. Un’altra brutta tegola per un già azzoppato Biden.