Così si rischia di rendere l’aborto farmacologico una pratica ordinaria, indifferente alla salute delle donne, con effetti di deresponsabilizzazione sociale nel dilagare della cultura della morte.
Il ministro Speranza tenti di onorare il suo nome impegnandosi a conferire una prospettiva di fiducia al Paese con incentivi alla natalità per sanare lo squilibrio demografico, che ci rende fragili e preda del furore ideologico di chi progetta la nostra sostituzione etnica.
Andrea Amata, 9 agosto 2020