Cosa è sbagliato fare?
Le mascherine inizialmente andavano usate da pazienti già contagiati per evitare lo spargimento del virus ed ovviamente dagli operatori sanitari per la loro protezione dai pazienti contagiati oppure potenzialmente infetti. Prima esisteva una carenza delle stesse, mentre ora l’Italia è diventata produttrice di mascherine e pertanto c’è la possibilità di utilizzarle con grande frequenza, anche se in realtà il loro uso generalizzato ed esteso a tutta la popolazione non ha molto senso.
In certi casi deve anzi essere evitato. Nei bambini sino ai dodici anni la mascherina induce un autismo funzionale. Il bambino diventa incapace di distinguere un volto da un altro volto, di distinguere il sesso, crescendo senza identità e senza la capacità di comprendere con chi ha a che fare. Per sconfiggere una malattia finiremo col creare una nuova generazione di malati, che soffriranno di disturbi della personalità e vivranno il più possibile isolati gli uni dagli altri, pronti a scambiarsi anche migliaia di messaggi al giorno, ma con la paura di incontrare per strada un essere umano in carne ed ossa.
Considerando che geograficamente, ad esempio questa estate, in Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Argentina, Cile, c’è stato il Coronavirus, ma non la normale influenza stagionale, si potrebbe giungere alla conclusione che vaccinarsi con il vaccino antinfluenzale 2020-21 – contrariamente a quello che si dice – è inutile. Anzi considerato quello che è avvenuto a Bergamo (estesa vaccinazione e esplosione del Coronavirus) forse sarebbe il caso di evitare interferenze tra vaccino antinfluenzale e Covid.
Conclusioni
Sulla base di quello che abbiamo sinora scritto dovrebbe essere chiaro che il lockdown è un grosso errore, anzi la ripetizione di un errore che ci costerà salatissimo in termini economici. Il colpo di grazia per piccole e medie imprese commerciali e un grosso regalo alle multinazionali dell‘e-commerce come Amazon. Altri erano e sono – secondo noi – i modelli da seguire. La Svezia, alcuni Paesi asiatici, tipo la Corea del Sud e soprattutto Israele.
La malattia – lo ripetiamo – è curabile, non è la peste bubbonica e non viviamo più nel Medioevo, anche se in pratica stiamo adottando lo stesso criterio, vale a dire “non la cura degli appestati, ma la difesa da essi”. Con la differenza che nel Trecento non c’erano le cure e oggi invece ci sono. Non ha poi alcun senso il “coprifuoco”, una normativa di guerra, che ha solo lo scopo di alimentare la paura e modificare i nostri stili di vita, ma del tutto inefficace al contrasto del virus.
Le malattie infettive si affrontano anzitutto con l’isolamento dei soggetti infetti. Soggetti che vanno identificati e curati tempestivamente, il più delle volte a casa, evitando paure immotivate e lasciando lavorare gli ospedali che si debbono occupare di tutte le malattie. Nell’affrontare la Covid19 si sono invece “isolati” milioni di persone non isolando de facto i soggetti infetti. Durante questa nuova fase, stagionale più che altro, in alcune regioni si sta già facendo come nel mese di marzo. Stiamo nuovamente sbagliando. Non ha alcun senso fermare quasi tutte le attività commerciali, con grave danno all’economia, quando abbiamo altri strumenti efficaci per contrastare la malattia. Dobbiamo evitare che all’epidemia segui la carestia. Non ha alcun senso limitare nuovamente le libertà dei cittadini chiudendoli di nuovo in casa e costringendoli ad uscire col lasciapassare. Dobbiamo evitare che a lungo andare la vera vittima del virus siano le nostre libertà.
1. Cosa fare con le categorie più fragili (anziani, malati ecc.)?
Andrebbe messa in atto la ricetta israeliana di fare circolare il virus tra i giovani e proteggere gli anziani ed i malati. Anche la Svezia ha messo in opera questa ricetta proteggendo anziani e pazienti affetti da altre patologie e il risultato è stato buono. Insomma, l’immunità di gregge è la soluzione. Da noi questo sembra impossibile. Non perché gli svedesi o gli israeliani siano dei marziani, ma perché noi per decenni – a causa soprattutto dei vincoli di bilancio posti dalla UE – abbiamo effettuato forti tagli alla sanità.