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Becchi e Tarro: 5 proposte contro la dittatura sanitaria - Terza parte

2. Cosa fare con scuole e università?

È un errore chiudere entrambe. La sicurezza nelle scuole e nell’università si ottiene con il distanziamento in classe e nelle aule, riducendo il numero degli studenti per classe, facendo eventualmente funzionare le scuole al mattino e al pomeriggio con il “doppio turno”. Peraltro quasi tutte le università ormai sono chiuse da tempo e funzionano “da remoto”. A questo punto è difficile persino pensare che anche in futuro riapriranno e funzioneranno come prima. Le conseguenze si faranno sentire nel lungo periodo.

3. Cosa fare con bus e treni e aerei?

Garantire il distanziamento adeguato sui mezzi pubblici, incrementando quindi il servizio. Questo sì, andrebbe fatto e al più presto, perché proprio i mezzi pubblici affollati diventano un luogo ideale per la diffusione del contagio.

4. Cosa fare con teatri, cinema, sale da concerti e musei?

Sono stati quei locali che hanno mantenuto meglio di tutti la distanza di sicurezza. È semplicemente sbagliato chiuderli. Dato che ormai la frittata è stata fatta, per i teatri e i concerti si faccia da subito almeno come per le partite di calcio, trasmesse in tv, anche se senza pubblico in presenza. I musei invece andrebbero aperti al più presto, controllando in maniera adeguata gli accessi.

5. E con il vaccino?

Per sviluppare un vaccino efficace e sicuro ci vogliono tempi lunghi di sperimentazione. Nel nostro caso se il virus presenta più varianti c’è il rischio che funzioni come gli esistenti vaccini antinfluenzali che non coprono tutto. Ecco perché le cure farmacologiche potrebbero risultare più efficaci del vaccino. In più i vaccini di ultima generazione, i cosiddetti “genetici”, intervengono sul DNA, si tratta dunque di una terapia genica che potrebbe presentare problemi anche di natura bioetica da non sottovalutare.

Insomma, attenzione a non correre troppo e a valutare attentamente  il rapporto tra rischi e benefici, ma bisogna pur riconoscere che con un vaccino che trae origine da un acido nucleico estraneo, il quale dovrebbe indurre la produzione di anticorpi direttamente contro il virus da parte del nostro sistema immunitario, si apre una nuova era per l’applicazione degli RNA “messaggeri” verso le malattie infettive, in particolare come piattaforma di risposta rapida indirizzata per le emergenze degli scoppi epidemici.

 

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