Rassegna Stampa del Cameo

Ben venga il PdR (Partito di Renzi). Ecco perché

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Mi sono convinto che il quadro politico italiano abbia bisogno di uno spariglio. Chi meglio del “rottamatore” Matteo Renzi per farlo? Secondo la legge non scritta del Ceo capitalism chi viene sostituito non va più in panchina come succedeva un tempo (ricordate le mitiche riserve della Repubblica?) ma deve scomparire. Forse lui non l’ha capito e vuole fare un ultimo tentativo disperato. Auguriamoci che lo faccia, per lo scenario politico nostrano potrebbe essere utile per fare chiarezza.

Leggo, ascolto, rileggo che Renzi abbia forse sciolto tutte le riserve e abbia deciso di creare il PdR (Partito di Renzi, copyright del professor Ilvo Diamanti). Se così fosse non posso che gioirne. Può darsi che non avesse altre alternative, ma, se lo farà, caro Renzi, chapeau a lei! Farà finalmente chiarezza, tutti dovranno riposizionarsi, la sua mossa creerà un terremoto benefico per quelli che vogliono un’offerta politica con connotati chiari per noi elettori. L’Italia, lo dico tecnicamente, ha bisogno, oltre dei giallo verdi di una sinistra che sappia gestire il declino di un Ceo capitalism, acciaccato ma non domo.

Certo, quando lo farà, dalla rete, dal cartaceo, dai talk arriveranno tuoni e fulmini. Ma oggi per noi cittadini comuni, e perbene, l’atmosfera si è fatta pesante. Un manipolo di elitari sansepolcrini si è impossessato della comunicazione politica, dalla stampa mainstream, cartacea e digitale, alle tv, alle radio, a Twitter, guai parlare se non per condividere le loro posizioni (si sono auto definiti “competenti”, pensa te si dice a Torino). Persino l’ironia, persino il tacere è giudicato negativo, per cui al primo scivolone, sei tacciato del peggior insulto estratto dal loro elegante vocabolario: cialtrone. Chi ha avuto buoni maestri nello studio e nella vita sa che solo a un vero cialtrone può venire in mente di dare del cialtrone a un’altra persona. E’ una delle offese più sanguinanti si possa fare a un essere umano degno di questo nome: non se ne rendono neppure conto.

Il PdR nascerà in termini di assemblaggio (la chiamano sintesi) di uno spicchio di popolazione che oggi, secondo i politologi che lo supportano, è dispersa in vari partiti e movimenti. Un En marche in salsa italica? Vedremo. Comunque, caro Matteo Renzi, se lo farà le dico fin d’ora, grazie, tutti gli altri partiti e movimenti dovranno “muovere il …, come dice Alberto Forchielli. Così si fa nelle aziende tecnicamente fallite (come l’Italia) quando un concorrente cambia strategia e paradigma. Le andrà bene? Sarà un flop? Che importa, lei era, ed è, in un cul de sac, doveva uscirne. Combattere è sempre positivo.

Grazie alla sua mossa il corpaccione del Pd dovrà interrogarsi se seguirla o meno, Così l’arcipelago delle infinite sinistre dovrà aprire uno dei suoi infiniti dibattiti ove le parole sono inversamente proporzionali alle idee. E poi finalmente toccherà anche a noi delle élite. Dovremo riposizionarci? E come? Non riconoscendo più la maggior parte dei miei amici, tanto sono invecchiati, non ho la più pallida idea di cosa faranno. Io lo so cosa farò. Rimarrò in piedi, rifiutando lo strapuntino, come ho sempre fatto, a osservare. E con Zafferano, andrò in totale controtendenza, farò comunicazione dolce, con la tecnica del “gentilezza marketing” (copyright).

Riccardo Ruggeri, 27 febbraio 2019