Chiesa

Benedizioni alle coppie gay, Francia e Africa gelano il Vaticano

© EpicStockMedia e eduardolopezcoronadophoto tramite Canva.com

Anche l’Europa progressista volta le spalle a Víctor Manuel Fernández, il prefetto del Dicastero per la dottrina della fede che ha liberalizzato le benedizioni alle coppie irregolari e gay. Giusto ieri, Tucho è uscito con un’intervista sulla Stampa, giurando che Fiducia Supplicans, la Dichiarazione prodotta dall’ex Sant’Uffizio e sottoscritta dal Papa, non è blasfema. Anzi, blasfemo sarebbe voler vedere gli omosessuali in carcere, come se l’unica alternativa a rimangiarsi il magistero di sempre della Chiesa fosse perseguitare le minoranze sessuali.

Ebbene, la Conferenza episcopale francese ha bocciato sonoramente il documento, escludendo la possibilità di amministrare le “benedizioni pastorali” ai coniugi dello stesso sesso. Nel Vecchio Continente si erano già espressi in senso contrario gli episcopati di Ucraina, Polonia e Ungheria.

Ma a far più rumore è stato il niet africano, visto che le “periferie” sono un luogo teologico molto caro a Francesco. I prelati dell’Africa avevano già manifestato tutto il loro disagio nei confronti di Fiducia Supplicans. E benché il cardinale Fernández, argentino come il Pontefice, avesse provato a minimizzare, il loro numero uno, il congolese Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, presidente del Secam (Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar), benché proprio Jorge Mario Bergoglio gli avesse conferito la porpora e lo avesse incluso nel ristrettissimo Consiglio C9 per la riforma della Curia romana, aveva biasimato le “ambiguità” del testo, sollecitando un pronunciamento dei vescovi del continente.

Il verdetto è arrivato oggi: il messaggio, scritto dal cardinale a nome dei presuli a lui sottoposti, conferma il loro “incrollabile attaccamento” al Papa, ma ritiene che, in Africa, “le benedizioni extraliturgiche proposte nella Dichiarazione Fiducia Supplicans non possano essere attuate in Africa senza esporsi a scandali”. “Le Conferenze Episcopali”, prosegue la missiva, “generalmente preferiscono – ogni Vescovo restando libero nella sua diocesi – non impartire benedizioni alle coppie dello stesso sesso. Questa decisione nasce dalla preoccupazione per la potenziale confusione e scandalo all’interno della comunità ecclesiale”.

Tucho ha tentato più volte di squalificare il dissenso africano, riconducendolo all’arretratezza della legislazione e della cultura del continente in materia di diritti Lgbt. Una posizione paternalistica, dal sapore neocolonialista, che i popoli africani mal digeriscono. La fuga in avanti del prefetto ha creato scompiglio e il disagio non è confinato ai cosiddetti conservatori. In che modo ha intenzione di correre ai ripari Bergoglio?

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