Il podcast di Sallusti

Bentornati comunisti. Perché Schlein segretaria rafforza il governo

Il podcast di Alessandro Sallusti del 28 febbraio 2023

Si accettano scommesse, la nuova segretaria del Pd ci darà grandi soddisfazioni.

La italo-svizzera-americana Elly Schlein è il tassello mancante del nuovo quadro politico che si è creato in Italia con l’avvento della destra di Giorgia Meloni.

Per definizione, infatti, una destra è tale se in contrapposizione a una sinistra. È che la sinistra, fino a ieri, non c’era. O meglio, c’era una cosa chiamata “sinistra”, che in realtà però era un minestrone indistinto di ex, post e neo di un po’ di tutto. Un minestrone gradito e servito nei salotti, sui giornali e nei talk show, ma non sulle tavole degli italiani, tanto da risultare indigesto nel paese reale che negli ultimi anni gli ha preferito chiunque passasse via, anche passasse per caso, come è successo con i grillini nel 2018.

Bene, adesso pare proprio che la Schlein voglia ripristinare il vecchio partito comunista, o almeno così pare, analizzando i dati dell’applausometro. I battiti di mano più forti per il suo successo sono infatti arrivati proprio dai più nostalgici di quel mondo comunista rimasto prigioniero per anni del tentativo, peraltro abortito, del Pd di diventare un moderno partito socialdemocratico.

“Rimetto la foto di Berlinguer il sede”, ha commentato ieri insultante il segretario del Pd toscano. “Saremo un bel problema per il governo Meloni”, gli ha fatto eco la stessa Schlein, che però i primi problemi li ha in casa con gli annunci delle prime defezioni tra le file dei colleghi di partito più moderati.

A me che i comunisti tornino a fare i comunisti non mi dispiace, anzi meglio la chiarezza dell’ipocrisia, e dubito che saranno problemi per Giorgia Meloni che – diciamo così – da quell’area non può avere né svantaggi né vantaggi.

Chi invece avrà grossi problemi sarà Giuseppe Conte, il democristiano chic che si è finto comunista per coprire il vuoto lasciato dalla mancanza di comunisti dichiarati. Secondo problema che vedo: che fine faranno gli orfani di Enrico Letta e Stefano Bonaccini? Chissà, Renzi e Calenda già gli girano intorno, pronti a raccattare illudere, come nel loro stile, gli avanzi della politica altrui e i transfughi di ogni genere.

Insomma, un bel rimescolamento dagli esiti incerti, se non quello di rafforzare il governo che, in questo caso senza alcun merito, si ritrova con una opposizione ancora più divisa.

Come si dice, dividi et impera.