Beppe Sala ormai non ci sorprende più. Il sindaco di Milano lo conosciamo fin troppo bene: c’è un’emergenza? Lui si dedicherà sistematicamente ad altro. Dall’allarme sicurezza ai prezzi esorbitanti in città, il primo cittadino verde ha speso il suo tempo per ambiente e comunità arcobaleno. E l’ultima “straordinaria” trovata riguarda proprio l’ecologismo, con un cavallo di battaglia dei nostri cari compagni: le tasse.
Sì, perché Sala è pronto a tassare gli automobilisti che guidano auto di grandi dimensioni e che hanno intenzione di parcheggiare sulle strisce blu a Milano. Per renderci conto: parliamo di migliaia di possessori di Suv, crossover e station wagon. Decine di migliaia di famiglie. Il sindaco meneghino ha intenzione di spingere sull’acceleratore: non parliamo di un rincaro leggero, di qualche euro, ma di tariffe raddoppiate se non triplicate. Il nadir del buonsenso, l’ennesimo schiaffo ai cittadini milanesi. Ma in realtà non si tratta neanche di un’idea originale: no, si tratta di una triste imitazione di quanto sancito attraverso referendum da Anne Hidalgo a Parigi. Un punto di riferimento tutt’altro che rassicurante.
Già lo scorso luglio il consigliere del Misto Enrico Fedrighini e altri esponenti della maggioranza avevano presentato una mozione chiedendo a Sala di “programmare una adeguata maggiorazione della tariffazione della sosta su strada (da due a tre volte la tariffa ordinaria in ogni ambito di sosta interessato) che dovrà riguardare tutti i veicoli privati per trasporto passeggeri, indipendentemente dalla residenza o domiciliazione del proprietario, a partire da un peso superiore alle 1,6 tonnellate con motore termico o elettrico”. Capito il geniale ragionamento della sinistra al caviale? Più spazio occupi e più paghi. In due parole: ecologismo marxista.
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Liberare lo spazio urbano, la priorità secondo i compagni. Ma anche colpire la ricchezza, un grande classico da quelle parti. Secondo quanto riportato da Repubblica, anziché aumentare le tariffe per la sosta per le automobili in base al peso, l’idea sarebbe puntare maggiormente sulla dimensione del veicolo, così da salvaguardare le auto elettriche e le familiari, anche se non è chiaro cosa si intenda da quest’ultimo punto di vista. E ancora abbinare criteri come la classe dell’automobile o il costo.
Sala è sicuramente pronto a fare la sua parte. “Stiamo vedendo e pensiamo di andare avanti in questa direzione”, la sua conferma. Anche perché le casse di Palazzo Marino devono fare i conti con un costo del trasporto pubblico sempre più alto per l’incremento dei servizi delle nuove linee metropolitane. Mica fesso il sindaco.
Il referendum di Parigi è stato una farsa – hanno votato quattro gatti – ma almeno hanno avuto la possibilità di recarsi alle urne. Che sia una stupidaggine mossa dall’intento ideologico non ci sono dubbi anche secondo il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini: l’obiettivo è “colpire quelle che, da una certa parte politica, vengono identificate come le macchine dei ricchi anche se non è assolutamente così” le sue parole a Libero. Pellegrini ha infatti rimarcato che “1,6 tonnellate è il peso di un’utilitaria elettrica. Questa giunta non incentiva mai gli automobilisti a lasciare a casa la propria auto ma continua solo a tartassarli”. I numeri sono chiari: secondo i dati di Jato Automotive Intelligence, il peso medio di un’auto venduta nel 2001 era di 1.328 kg. Questo totale è aumentato quasi ogni anno fino agli attuali 1.600 kg.
Integralismo allo stato puro, lo spirito di talebano di chi in nome dell’ambiente è pronto alla fiera di tasse e limitazioni. Basterebbe un pizzico di senno per trovare soluzioni più utili e meno invasive, ma il lavoro svolto da Sala non lascia grossi margini di speranza…
Franco Lodige, 14 novembre 2024
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