Due settimane ancora, giusto il tempo di archiviare definitivamente il 2024, dopodiché nella Milano ecologista sarà ufficialmente inaugurato un nuovo corso proibizionista. L’ennesimo targato Beppe Sala. Dopo i vari provvedimenti anti motori a combustione partoriti negli ultimi anni dalla giunta milanese di centrosinistra, a cadere sotto i colpi dell’ambientalismo ideologico tanto caro al sindaco dem stavolta saranno i fumatori.
A partire dal 1 gennaio 2025, infatti, nel capoluogo lombardo scatterà un ulteriore stop al fumo di sigari e sigarette, esteso questa volta anche a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico del territorio milanese. In pratica, con l’avvento del nuovo anno a Milano si potrà consumare tabacco all’aperto solo se abbastanza isolati, ovverosia, ad almeno dieci metri di distanza dalla persona più vicina, in conformità con quanto previsto dal Piano Aria e Clima approvato nel febbraio 2022 dalla giunta meneghina.
Il provvedimento in questione rientra in un più ampio pacchetto di misure pensate per rendere Milano più green e climaticamente sostenibile, per mezzo delle quali la giunta Sala punta a tagliare drasticamente le emissioni di CO2 e a perseguire l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050.
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Con il solito vecchio pretesto di salvaguardare la salute pubblica dai danni causati dall’inquinamento, l’amministrazione comunale meneghina prosegue dunque spedita sulla via della limitazione delle libertà individuali e dell’emergenza perenne ridotta ormai a normalità. Sempre il solito copione già visto, rivisto e ampiamente rodato in era pandemica insomma, con il diritto alla salute tiranno rispetto a tutti gli altri diritti fondamentali, mestamente sacrificati sull’altare dell’emergenza, sia essere sanitaria o climatica, anche se poi in realtà l’emergenza non c’è. Quel che veramente conta è richiamarla ad ogni piè sospinto nella mente del cittadino, al fine di giustificare l’invadenza del Leviatano nella sfera privata individuale e influenzarne i comportamenti.
In questo scenario di sorveglianza universale, lo Stato, in tale specifico caso rappresentato dal Comune di Milano, assurge al ruolo di controllore desideroso di regolare dall’alto ogni singolo aspetto dell’esistenza del cittadino, a stabilire quale autovettura questo possa o non possa acquistare, in barba alla volontà del singolo e persino alle sue possibilità economiche, o quante e quali sigarette possa o non possa fumare. Nessun problema se dunque i milanesi non sono in grado di scegliere il tipo di automobile più consono al luogo in cui vivono o se non sono capaci di governare il vizio. Ci pensa il compagno Beppe Sala, bontà sua, a sostituirsi al singolo e a decidere per tutti. Sempre e comunque per il bene del cittadino, s’intende.
Salvatore Di Bartolo, 17 dicembre 2024
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