Chiesa

Bergoglio scatena il panico a sinistra

Il papa: “Il matrimonio è tra uomo e donna, su di esso si fonda la famiglia”. Ma i giornali lo ignorano

papa Francesco

Tanta disparità di trattamento in meno di 48 ore non si vedeva da un pezzo. Roba da record. Papa Francesco, che l’altro ieri era sulle prime pagine di tutti i giornali online per le sue parole sugli omosessuali, oggi magicamente scompare dalle scena mediatica italiana pur avendo affrontato un argomento simile. E con uguale veemenza: se “essere gay non è un crimine”, Jorge Bergoglio crede pure che occorra “riscoprire il valore dell’unione coniugale tra uomo e donna”. Uomo e donna.

In fondo non si tratta di una novità, certo: il magistero della Chiesa questo dice. E forse fa più “notizia” se Bergoglio all’Associated Press qualifica come “ingiuste” le leggi che criminalizzano i gay. Va però anche detto che in pochi – due giorni fa – hanno posto l’accento su un’altra questione, o meglio su un’altra frase formulata dal pontefice nella stessa intervista. Questa: “Essere omosessuali non è un crimine.Non è un crimine. Sì, ma è un peccato. Bene, ma prima distinguiamo tra un peccato e un crimine”.

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Quindi: non bisogna discriminare, ci mancherebbe, cosa che peraltro la Chiesa riconosce ormai da tempo, ma da qui a supportare le unioni gay o cose simili ce ne passa. Per Bergoglio praticare l’omosessualità resta un peccato. Concetto ribadito oggi all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota romana con la presa di posizione netta sul bisogno di riscoprire “il significato e il valore dell’unione coniugale tra uomo e donna”, non tra uomo-uomo o donna-donna, su cui “si basa la famiglia”.

Giusto? Sbagliato? Non è di questo che vogliamo discutere. Ognuno è libero di fare ciò che crede, e di pensare quel che vuole.

Sarà tuttavia un caso, ma delle dichiarazioni odierne del Papa sulle home page dei giornali non c’è traccia. Succede spesso: se Bergoglio dice qualcosa di “sinistra”, o meglio “progressista”, titoloni a nove colonne; se invece ribadisce i vari dogmi, o esprime idee da “conservatore”, nessuno ne parla diffusamente. Immaginiamo quindi il panico nelle redazioni di due giorni fa, quando si è dovuto decidere se e come dare risalto a un pezzo del discorso (“l’omosessualità non è un crimine“) e sorvolare un po’ sull’altra metà (“essere gay è un peccato”). Lo tesso dicasi oggi, ma con un compito più semplice: l’elogio dell’unione uomo donna bastava semplicemente ignorarlo. E infatti…

Giuseppe De Lorenzo, 27 gennaio 2023