“Le regole di Dublino sono preistoria”. Così, poche ore fa, il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, commentava la gestione Ue sui migranti, dopo che nelle ultime settimane il nostro Paese è stato soggetto a continui sbarchi, che hanno portato Lampedusa letteralmente al collasso. Il tutto a dispetto di quella che dovrebbe tradursi in una “solidarietà europea”, ovvero un programma di cooperazione migratoria, che andrebbe a distribuire proporzionalmente in Ue i rifugiati arrivati sulle coste italiane.
La “solidarietà europea”
Eppure, alcuni piccoli assaggi li abbiamo già avuti settimana scorsa. Da una parte, tanto per cambiare, la Francia ha deciso di rafforzare la sorveglianza ed il pattugliamento al confine con Ventimiglia. Dall’altra parte, invece, la Germania aveva annunciato chiaro e tondo di non voler ospitare alcun migrante arrivato nel nostro Paese. Nel frattempo, era anche l’Austria a potenziare il controllo lungo il Brennero. Insomma, Roma è rimasta sola. Per l’ennesima volta.
Uno scenario che ha portato quindi Sergio Mattarella ad intervenire, in uno dei suoi commenti più politici da quando Giorgia Meloni si è insediata a Palazzo Chigi. Un tono istituzionale e vibrante, che però non sembra aver scomposto di un millimetro le intenzioni di Berlino. Proprio nel pomeriggio di ieri, infatti, la Germania ha ribadito di non voler accogliere nessun profugo, fino a quando l’Italia non ritornerà a rispettare proprio le regole di Dublino.
Migranti, lo stop tedesco
Un piccolo passo indietro. Le norme in questione sono proprio quelle che hanno condannato l’Italia a gestire in modo isolato l’emergenza immigrazione, imponendo appunto di farsi carico degli arrivati (nonché di valutare le loro richieste di protezione) allo Stato di primo ingresso. Facile dedurre, quindi, che si tratti quasi sempre dell’Italia.
Per approfondire:
- Lo schiaffo di Mattarella all’Ue
- Oro tedesco: quanto darà la Germania alle Ong per portarci i migranti
- Il migrante può pagare 5mila euro per evitare il centro di accoglienza
Una sferzata, quella del presidente Mattarella, che non pare solo essere inascoltata; ma si accompagna ad un’ulteriore aggravante. Rispondendo a domande sulla situazione dei finanziamenti tedeschi alle Ong che salvano migranti nel Mediterraneo, un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato all‘Ansa che altri soldi del governo tedesco alle Ong saranno “imminenti”. Traduciamo: Berlino sbarra i propri confini, ma allo stesso tempo finanzia le principali organizzazioni – quindi potenziandone le risorse – che portano i migranti sulle coste italiane.
Una mossa che sa tanto di scacco matto per Palazzo Chigi. E non è un caso che anche Bruxelles abbia cominciato a rendersene conto. A lanciare l’allarme, in un’intervista al Guardian, è l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, da sempre ostile vero gli interessi italiani ma che questa volta sembra voler bacchettare Berlino. La migrazione potrebbe essere “una forza dissolvente per l’Unione Europea”, ha affermato Borrell, che poi ha proseguito: “Alcuni membri dell’Ue hanno uno stile ‘giapponese’: non vogliamo mescolarci. Non vogliamo migranti. Non vogliamo accettare persone dall’esterno. Vogliamo la nostra purezza”. Una chiara steccata al governo di Olaf Scholz, ma che non scompone neanche un capello del colosso tedesco. Guarda caso, così come successo con l’affondo di Mattarella. D’altro canto, rimane sempre Berlino al timone del continente.
Matteo Milanesi, 23 settembre 2023