Biden, allarme sondaggi: perché “sleepy Joe” ora rischia

La presidenza di Biden si fa sempre più difficile, i sondaggi lo inchiodano

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C’è davvero bisogno di un Great Reset. Dentro al partito Democratico americano. Che sotto la guida del presidente Joe Biden rischia di andare a sbattere. Almeno stando agli ultimi sondaggi che lo vedono in calo, nel gradimento degli americani, su ogni singolo punto della sua agenda politica: sulla gestione dell’inflazione ottiene il consenso di appena il 28% della popolazione; sulla ripresa economica del 41% e sulle tasse (punto cruciale di ogni tornata elettorale) si attesta al 40%. Ben sotto le aspettative del suo partito, tanto da accusare i media di non essere riusciti a valorizzare al meglio il suo operato. Definito “a major failure” dal conduttore Jonh King qualche giorno fa su Cnn. Secondo un sondaggio pubblicato dal Wall Street Journal il 7 dicembre, a disapprovare nel complesso la performance presidenziale è ben il 57% della popolazione.

Disastro Biden

Le elezioni di metà mandato dell’8 Novembre 2022 potrebbero rappresentare un bagno di sangue per il partito dell’Asinello e ben 19 rappresentati, tra le sue fila, hanno già deciso di ritirarsi. La cosa curiosa è che i media americani pare si siano accorti, soltanto oggi, che l’inquilino della Casa Bianca compirà 86 anni alla fine del suo secondo mandato. E che Biden non si può definire uno “spring chicken”, un giovincello. Dopo varie imbarazzanti défaillance, persino la stampa mainstream ha iniziato a interrogarsi su un progressivo deterioramento delle capacità cognitive di “Sleepy Joe”. Tanto che l’emittente liberal per eccellenza, la Cnn, si è sentita in dovere di stilare una lista di 11 candidati democratici che potrebbero rimpiazzarlo per il secondo round alla Casa Bianca.

Declino cognitivo o meno, è innegabile che il presidente degli Stati Uniti stia perdendo pezzi di elettorato, day by day, ad ogni sua nuova sortita. Da gennaio 2020 il suo gradimento è precipitato, negli elettori under 30, di ben venti punti. E al 13 dicembre 2021, in questo gruppo-chiave per i Dem, solo il 29% degli elettori ha dichiarato di approvare il suo operato, secondo un sondaggio su The Economist. Ma lo smottamento non si arresta qui: Biden cala di 4 punti anche tra le donne, tra i laureati al college (perde 3,4 punti) e precipita di ben 13,6 punti nel gradimento degli indipendenti. Rispetto a questi ultimi, la sua popolarità è a minimi storici: il 29% di apprezzamento, contro il 41% affidato a Donald J. Trump durante il suo mandato. Un fiasco di poco minore al gradimento espresso dai “latinos”, tra i quali l’azione politica di Biden riscuote appena il 33% di approvazione.

Inflazione e criminalità, pessima gestione di “Sleepy Joe”

Pezzi di elettorato tradizionalmente democratici, che oggi sono in fibrillazione se non in rivolta. Sia a causa dell’inflazione galoppante, che il presidente aveva assicurato essere “transitoria”, che per l’ondata di criminalità dilagante nelle metropoli. Provocata anche dalla disgraziata proposta – sostenuta dai Dem più radical – di definanziare il budget della polizia locale e di non perseguire i crimini di strada. La prima ad ammettere il disastro è stata, qualche giorno fa, la sindaca democratica di San Francisco, London Breed, che, davanti al Municipio di una città dichiarata in stato di emergenza, ha parlato del bisogno di tornare a reprimere i reati. Solo un americano su tre (36%) approva la gestione del dossier crimine da parte del governo federale. Mentre riguardo ai temi economici, per il 61% Biden sta andando nella direzione sbagliata. Ovvero a sbattere, sempre secondo il sondaggio del Wall Street Journal.

Alla frustrazione del ceto medio americano per la perdita del potere di acquisto (a novembre i prezzi al consumo sono lievitati del 6,8%) si aggiunge l’irritazione verso l’ondata di immigrazione clandestina, che negli stati di confine ha aumentato la presenza di trafficanti e spacciatori entrati negli Usa senza alcun controllo. Il governatore del Texas Greg Abbott, due giorni fa, ha ripreso a costruire con propri fondi quel muro lungo il confine che Trump non era riuscito a ultimare e che Biden vuole smantellare. Un dossier, quello dell’immigrazione irregolare, affidato dal presidente nelle mani di Kamala Harris, che non ha saputo gestirlo. Tanto da scivolare, nel gradimento popolare, addirittura dietro al suo leader con uno striminzito 28% di americani che approvano il suo operato, secondo un sondaggio della Suffolk University-Usa Today Poll realizzato a novembre. Non a caso, il Wall Street Journal ha bacchettato la troppo ridanciana vice presidente con un titolo inequivocabile: “Kamala Harris deve diventare seria”.

Ma è nelle politiche legate al contrasto del Covid che l’inquilino della Casa Bianca ha visto affondare la sua popolarità, già inizialmente non così clamorosa. Nel 2020, in un discorso pubblico pronunciato a Tampa, in Florida, il neo eletto presidente aveva proclamato: “Io non stroncherò l’economia, stroncherò il virus”. A ottobre, tuttavia, gli Usa registravano più morti Covid dell’anno precedente: 376.200 nel 2021 con Biden al comando rispetto ai 353.000 del 2020 con in carica Trump e senza l’ausilio di vaccini e terapie. Rispetto all’allarme sulla variante Omicron, che non ha causato ancora un morto negli Usa, oggi il 69,4% degli elettori dichiara di non volere nessuna imposizione vaccinale.

Tutti i fallimenti della coppia Biden-Harris

Quello che inchioda il presidente è qualcosa che va oltre il fallimento delle tante azioni intraprese, tra cui spicca il disastroso ritiro dall’Afghanistan, con la morte di 13 militari e l’abbandono di centinaia di civili “esposti” alle vendette dei talebani. La mancanza di feeling con gli americani è qualcosa che si respira a pelle, oltre che si ascolta nei cori di stadio (“Let’s Go Brandon”).

Il punto lo coglie l’editorialista del New York Post, Miranda Devine, ospite domenica su Fox News: “Appena eletto Joe Biden dichiarò di voler unificare l’America, pacificare i rossi e i blu. Oggi questi elettori sono più divisi che mai. Biden ha premuto, consapevolmente, sul tasto dell’odio e della divisione contro 75 milioni di sostenitori di Trump definendoli “suprematisti bianchi” e “terroristi domestici”. Ha sguinzagliato l’Fbi contro i genitori che a scuola contestano l’insegnamento gender. Invece di riunire il Paese, ha esacerbato le divisioni tra gli americani e, in modo non aderente alla realtà, ha identificato i non vaccinati con gli elettori repubblicani (mentre la quota maggiore di non vaccinati è tra gli afro americani, ndr). Biden appare come un uomo anziano ai suoi ultimi giorni. Spinto dall’odio verso chiunque sia in disaccordo con lui, il suo risentimento è palpabile anche nelle apparizioni pubbliche, in cui è sempre arrabbiato, urla e ha un atteggiamento punitivo verso i cittadini molto inquietante”.

A differenza del carisma emanato dai suoi predecessori Clinton e Obama, Biden è privo di leadership e di empatia. È un “uomo-macchina” della politica, scelto per bloccare la candidatura del radicale Bernie Sanders. L’immagine di politico non divisivo e capace di attirare i voti dei moderati, alla realtà dei fatti si è sgretolata. L’immagine di Biden affettuoso padre di famiglia, conclude Devine “è stata creata ad arte dai media, che avrebbero dovuto fargli, preventivamente, una due diligence”.

Beatrice Nencha, 22 dicembre 2021

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