I programmi diplomatici sono stati sconvolti dal bombardamento dell’ospedale di al Ahli, ma Joe Biden ha deciso di volare in Medio Oriente lo stesso. Il presidente americano è arrivato questa mattina in Israele e ha incontrato il primo ministro Netanyahu. Niente da fare, invece, per il summit con i leader dei più importanti Paesi arabi nella regione. Ma il ruolo del numero uno della Casa Bianca potrebbe essere decisivo: gli Stati Uniti sono pronti a svolgere un ruolo di garanzia e di mediazione sia per Tel Aviv, sia per parte del mondo arabo. L’obiettivo è noto: evitare l’escalation.
Alla seconda visita in un contesto di guerra attiva dopo quella in Ucraina, Biden avrebbe fatto pressione su Netanyahu per moderare la risposta militare al massacro di civili dello scorso 7 ottobre. Un allargamento del conflitto in corso a Gaza potrebbe avere ripercussioni imprevedibili per l’intera stabilità globale. A tal proposito, secondo quanto reso noto da alcuni media internazionali, Biden vedrà anche i membri del gabinetto di guerra israeliano e cercherà di farsi un’idea dei piani e degli obiettivi di Israele nei giorni e nelle settimane a venire.
“Sono rimasto profondamente addolorato e scioccato dall’esplosione nell’ospedale di Gaza. E da quello che ho visto, sembra che il massacro sia stato compiuto dalla parte opposta, non da voi”, le parole di Biden nel corso del suo incontro con Netanyahu. Il presidente americano ha poi messo nel mirino Hamas, con un necessario distinguo: “Dobbiamo anche tenere presente che non rappresenta tutto il popolo palestinese e gli ha solo causato sofferenza”. “So che lei condivide la nostra rabbia e la nostra determinazione a portare gli ostaggi a casa”, la replica di Netanyahu: “Durante l’attacco sferrato da Hamas ci sono stati 1.400 israeliani uccisi il 7 ottobre e questo in un Paese dove ci sono meno di 10 milioni di persone. Date le proporzioni sarebbe come uccidere 50mila americani in un giorno, 20 volte l’11 settembre“.
Dopo la cancellazione del vertice a quattro ad Amman, Biden dovrebbe parlare con l’omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen al telefono durante il viaggio di ritorno da Israele a Washington. Il leader della Casa Bianca si è detto certo di ottenere risultati da questa visita, nonostante la preoccupazione legata al bombardamento dell’ospedale. In cima alla lista, fornire un po’ di sollievo ai civili assediati della Striscia. Ma il quadro è in continua evoluzione.
Massimo Balsamo, 18 ottobre 2023