Di solito i commentatori si dividono tra realisti e idealisti. La guerra in Ucraina non ha fatto eccezione: sin dall’inizio del conflitto, la platea dei commentatori si è divisa tra chi immaginava la conclusione delle ostilità con qualche concessione territoriale a Mosca e chi, puritano, riteneva una follia piegarsi al dittatore russo.
Bene. Ormai da tempo l’ipotesi di una trattativa tra Russia e Ucraina è completamente scomparsa dai radar. Non ne parla più nessuno. Anzi: non ci prova più nessuno. Mosca accumula truppe al confine forse in vista di un’offensiva nel breve termine e l’Occidente risponde inviando armi, carri armati, missili a lunga gittata e forse pure caccia bombardieri a Kiev. L’obiettivo lo ha dichiarato chiaro e tondo oggi il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin: “Stiamo facendo tutto il possibile per dare a Kiev le capacità di cui ha bisogno affinché le forze armate ucraine siano efficaci sul campo di battaglia in vista della prevista controffensiva di primavera“. Insomma: come ha sempre promesso Zelensky, Kiev cercherà di riprendersi i territori perduti e forse pure la Crimea. L’Occidente, sin qui restio ad allargare il conflitto, sembra essersi ormai convinto e sosterrà l’azione ucraina.
Ma dietro le apparenze, si è mosso anche qualcos’altro. Almeno a giudicare da quanto rivelato dalla svizzera Nzz, Neue Zuercher Zeitung, che cita politici tedeschi del governo e dell’opposizione. A gennaio Joe Biden avrebbe “offerto” a Putin e a Zelensky un piano di pace che prevedeva la cessione del 20% del territorio ucraino. “L’offerta a Kiev sostanzialmente diceva: pace in cambio di terra, l’offerta a Mosca: terra in cambio di pace”, scrive il quotidiano. Per “terra” si intende una bella fetta di territorio, grande più o meno quanto il Donbass”. Entrambe le parti, Russia e Ucraina, avrebbero però rifiutato l’offerta.
Il motivo è semplice. Il Cremlino era e resta convinto di poter portare a termine le ostilità in breve tempo. Zelensky dal canto suo non è affatto disposto a rinunciare a una fetta così consistente di territorio, soprattutto dopo le tante promesse fatte ai suoi cittadini. A presentare l’offerta di pace sarebbe stato il capo della Cia, William Burns, e quando le due parti in causa l’avrebbero rifiutata, allora Joe Biden si sarebbe deciso di consegnare i carri armati Abrams all’Ucraina. L’ambasciatore all’Onu della Russia, Dmitry Polyanskiy, ha definito le rivelazioni della Nzz come “interessanti” ma ha preferito non rilasciare commenti su “speculazioni” giornalistiche. Mentre Sean Davett, il vice portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, a Newsweek ha fatto sapere che il rapporto di Nzz “non è accurato”.
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