Proprio nella giornata di ieri, sul sito nicolaporro.it, raccontavamo la nuova proposta degli eurodeputati, direttamente ai vertici di Bruxelles, circa l’adozione di un piano militare coordinato, nell’ipotesi in cui Putin dovesse utilizzare la bomba atomica in Ucraina. Ebbene, le risposte, sia dal lato americano che da quello russo, non si sono fatte attendere.
Il Cremlino, ancora una volta, ha liquidato la possibilità che possa far ricorso all’arma nucleare, anche se, col dilagare dell’offensiva ucraina, il rischio rimane pur sempre concreto. Invece, d’oltreoceano, ben più esplosive sono state le parole del presidente Biden: “Per la prima volta dalla crisi dei missili a Cuba, dobbiamo affrontare la minaccia dell’apocalisse nucleare“. La frase choc è stata pronunciata dal leader della Casa Bianca, durante un evento volto alla raccolta di finanziamenti elettorali per i candidati democratici alle elezioni di midterm – dove i dem saranno pronti a raccogliere un drastico calo di consensi, stando almeno agli ultimi sondaggi.
Nel corso del discorso di ieri sera, il presidente Usa ha anche specificato come la minaccia dell’atomica potrebbe essere l’unica via d’uscita per Putin: da una parte, per rivolgere il conflitto a favore delle sue forze armate; dall’altra, per “salvare la faccia” in Patria. E sentenzia: “è un tipo che conosco abbastanza bene. Non sta scherzando quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche, biologiche o chimiche, perché il suo esercito, come dire, sta offrendo una prestazione significativamente più bassa delle attese”.
Sull’eventuale azione statunitense, nei giorni precedenti, la Casa Bianca aveva ribadito l’immediata adozione di “una risposta forte”; ma è proprio Biden, nell’intervento di poche ore fa, a delineare quello che potrebbe essere il vero intervento americano: “Non c’è una cosa come usare facilmente un’arma nucleare tattica, senza finire in un Armageddon“. Il contenuto implicito della frase è chiaro: in caso di atomica russa, gli Stati agiranno con una risposta proporzionale o – forse – ancora più letale, rispetto a quella attuata da Mosca.
Nel frattempo, sul lato della mediazione, è il segretario di Stato americano, Antony Blinken, a cercare di perseguire la via della pace: “Quando la Russia dimostrerà seriamente di intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti”. Immediata è stata la risposta della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “Siamo totalmente impegnati” ad evitare una guerra nucleare, rispolverando la tesi dell’infondata propaganda speculativa da parte dell’Occidente. C’è il rischio di una crisi, di una nuova Cuba ’62? I tempi sono ancora maturi per affermarlo. Sta di fatto, però, che i protagonisti della scena rimangono sempre gli stessi. Oggi come allora.
Matteo Milanesi, 7 ottobre 2022