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Biden vs Putin: la guerra fredda dei vaccini

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di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

Ciò che ha avuto fine con la caduta del muro di Berlino sta per ricominciare a distanza di poco più di trent’anni. Responsabile non è il “sovranista” Trump ma il democratico Joe Biden. Dopo aver sganciato due bombette sulla Siria, il nuovo presidente Usa ha definito ieri Vladimir Putin, Presidente della Federazione russa, un “killer”. Putin ha richiamato l’ambasciatore e dunque si è aperta ufficialmente la crisi diplomatica tra i due Paesi. L’occasione è stata un’intervista al presidente Usa sulle presunte – e al momento del tutto aleatorie – interferenze russe nelle elezioni americane, ma chiaramente è solo una scusa. In Europa, e soprattutto in Italia, tutti tacciono, nessuna reazione degna di nota. Abbiamo così tanta paura di non metterci di traverso al governo dem americano che già da qualche giorno non si parla più dell’ipotesi di prendere lo Sputnik V.

Dalle bombe ai vaccini

Un tempo si producevano armi e dunque servivano guerre, oggi si producono farmaci e allora servono pandemie. Ciò ha spostato il terreno di scontro dalle bombe ai vaccini, dunque è cambiato lo strumento ma non lo scenario geopolitico globale. Come nella seconda parte del secolo scorso (1945-1989) è ricominciata la Guerra Fredda tra le due superpotenze, Usa e Russia. Non più il nucleare o l’atomica ma farmaci e vaccini. La pandemia da Covid-19 ha creato infatti il nuovo terreno di scontro, quello della produzione e distribuzione dei vaccini. Da un lato le multinazionali americane Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson, dall’altro lo Sputnik V prodotto dal governo russo. In mezzo AstraZeneca, il vaccino prodotto dal Regno Unito di Boris Johnson, recentemente uscito dalla Ue fregandosene pure degli accordi con la Commissione europea.

La prima ad essere colpita è stata proprio AstraZeneca, quindi il Regno Unito, il cui vaccino è stato sospeso dalla Germania e poi in coda da Italia, Francia, Danimarca e Spagna. Dopo qualche giorno, con una specie di messaggio in codice, arriva Joe Biden che definisce Putin un “assassino”. Tutto si lega attraverso un unico filo conduttore: i vaccini da comprare sono solo quelli prodotti dalle multinazionali americane; Italia e Ue non si azzardino a prendere il vaccino russo, altrimenti saranno guai. Per AstraZeneca poco fa è arrivato il responso positivo dell’Ema, ma cambierà ben poco, infatti il messaggio al governo inglese è arrivato forte e chiaro: sui vaccini gli americani devono avere la fetta di mercato maggiore!

Usa-Ue vs Russia-Cina

Sono i primi segnali del dopo Trump. Gli americani che vogliono continuare a dominare in Europa devono attaccare, oltre al Regno Unito che ha scelto la strada della Brexit, soprattutto la Russia che non vuole adeguarsi al ritorno dell’Impero, impedendo qualsiasi contatto tra Putin e l’Unione europea: questo spiega il fatto che in Italia e in altri Paesi dell’Unione non potrà mai essere utilizzato lo Sputnik V, dunque per i vaccini – come per le basi militari del dopoguerra – dobbiamo essere una colonia americana. Con l’aumento della produzione di Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson verrà ridimensionata AstraZeneca e nessuno, né ora né in futuro, potrà prendere il vaccino russo.

Ai tempi della Guerra Fredda l’asse geopolitico vedeva da un lato Usa, Regno Unito e Stati dell’Europa occidentale, dall’altro Unione Sovietica e Stati dell’Europa orientale. Terreno di scontro la guerra sugli armamenti, sul nucleare e sulla dottrina economica. Vinsero gli americani con la dissoluzione dell’Urss nel dicembre del 1991. Stavolta l’asse è Usa-Ue da un lato, con Federazione Russa (che non è più l’Urss), Cina, dall’altro. Chi vincerà stavolta non possiamo saperlo, l’unica cosa che sappiamo è che la Guerra Fredda – ieri come oggi – avviene sulla nostra pelle. Ieri con le bombe, oggi con i vaccini.

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