La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha posto in stato di fermo due donne di origine nigeriana accusate di maltrattamenti e lesioni personali pluriaggravate. Le due sarebbero autrici di gravissime condotte illecite perpetrate ai danni di un minore di soli 5 anni di età.
Il 14 febbraio 2024, la Sala Operativa della Questura di Catania ha ricevuto la segnalazione dal dirigente scolastico di un istituto della zona centrale, che aveva notato evidenti segni di violenza su un bambino di soli 5 anni. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, avevano come punto di partenza questa segnalazione. Il minore, una volta identificato, è stato immediatamente condotto al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale “Garibaldi-Nesima” per ricevere le cure necessarie. Qui, il bambino ha dichiarato di essere stato maltrattato dalla zia con un cavo nero utilizzato per ricaricare una bicicletta elettrica di proprietà della madre. Nel verbale si legge che il bambino ha raccontato “di essere stato percosso dalla zia (…) diverse volte tramite un cavo nero (…) di ricarica della bicicletta elettrica di proprietà della madre (…) raccontando più volte che questi segni sarebbero stati provocati dalla zia dinnanzi a disobbedienze”. Gli esami medici hanno confermato le sue parole, mostrando “presenza di numerose escoriazioni profonde a forma di ‘U’, da verosimili frustate”, “numerose cicatrici e lesioni pregresse in via di risoluzione, diffuse sul tronco, arti superiori e inferiori, torace e addome” oltre ad “escoriazioni recenti si repertano a livello della zona mediale, delle cosce bilateralmente a livello delle spalle e delle braccia”.
Dalla testimonianza del minore e dalle indagini condotte, è emerso un quadro sconcertante di maltrattamenti. Sembrerebbe che le violenze fossero inflitte dall’indagata con dei cavi elettrici in risposta a capricci o monellerie del piccolo. Sconcertante è anche il ruolo dell’altra donna coinvolta, madre della piccola vittima, che, pur essendo a conoscenza delle violenze, non ha fatto nulla per evitarle o fermarle.
Alla luce delle prove raccolte, la Squadra Mobile ha proceduto con il fermo delle due cittadine nigeriane. Dopo i dovuti atti, sono state rinchiusa presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza a Catania. Nonostante la fase processuale non abbia ancora previsto l’intervento della difesa, l’Ufficio del Procuratore ha ottenuto la convalida del fermo e l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere. Ciò in relazione a reati di maltrattamenti e lesioni pluriaggravate commessi ai danni di un minore di soli 5 anni.
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