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Bisio mi scrive: le mie scuse e qualche puntualizzazione

Claudio Bisio ci scrive una letterina che segue. np

Caro Capezzone,
e caro Porro che lo ospiti, sapete che non ho mai e sottolineo mai pronunciato la frase “Qui c’era la parte migliore del paese”? Anch’io ho letto su vari siti, compreso quello di Repubblica, che mi si attribuiva quella frase. Dovrei passare le giornate a smentire e, capite bene, è una fatica immane ed eccessiva. Questa è l’unica volta che scrivo, e lo faccio perché conosco Nicola e lo reputo (reputavo?) un giornalista che spesso non la pensa come me, ma sa fare il suo lavoro di giornalista. Controllate le fonti, vi prego! Questo fa un buon giornalista!

Claudio Bisio

Caro Bisio,

ti reputo una persona intelligente (e a differenza tua non uso il passato  e alcuna formula dubitativa). Prima di andare avanti mi scuso. Come si vede nel video tu non hai detto ciò che scriveva Repubblica e che Capezzone si è limitato a riprendere. Fatte le mie scuse, aggiungo due cosette.

1. La prima riguarda la tua lezioncina sul giornalismo. Per noi Repubblica è una fonte. Sbagliamo a considerarla tale. Continuiamo a dire che c’erano 250mila persone e fisicamente è ovvio che sia una clamorosa esagerazione, e ti abbiamo attribuito il titolo del quotidiano, che ora scopriamo non rispondere letteralmente a ciò che hai detto. Insomma non dobbiamo credere a Rep. e in fondo hai veramente ragione tu: non dobbiamo fidarci di una fonte inaffidabile. E quando possiamo, e qui potevamo, avremmo dovuto scavare di più.

2. La seconda attiene alla sostanza. Tu hai detto che quella che scendeva in piazza “è l’Italia che ti piace”.  In fondo bastava questo. Converrai che non sarebbe stato ardito presumere che quella che non scendeva in piazza o peggio la contestava, non ti piaceva. Ecco io faccio parte dell’Italia che non ti piace. E va bene così. Quell’Italia, per dire, si è un po’ stufata di sentirsi definire “razzista” e “xenofoba” perchè considera sbagliata la politica di accoglienza adottata dall’Italia negli ultimi anni.

Libero tu e voi di manifestare contro questo governo, le sue politiche; ma liberi anche noi di pensare che si debbano ridurre i flussi migratori, senza sentirci dare dei razzisti come è avvenuto nella piazza di Milano.

Nicola Porro

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