In Gran Bretagna ci vanno giù duri. Cinque attivisti di “Just stop Oil” sono stati condannati al carcere da quattro a cinque anni per aver tentato, nel 2022, di bloccare la M25, una delle arterie principali di Londra. La sentenza li ha ritenuti colpevoli di “associazione a delinquere finalizzata ad arrecare disturbo alla collettività”. Il giudice ha ora decretato le pene, che sono molto severe e che forse faranno contento Giuseppe Cruciani.
I cinque anni di carcere sono stati inflitti a Roger Hallam, figura controversa dell’attivismo ambientale: si tratta della più lunga pena detentiva mai inflitta in Uk per atti di protesta “pacifica” come l’occupazione di strade. “Il fatto è che ognuno di voi qualche tempo fa ha oltrepassato il confine da attivista preoccupato a fanatico – ha spiegato il giudice Christopher Hehir – . Vi siete nominati arbitri unici di ciò che dovrebbe essere fatto riguardo al cambiamento climatico, senza essere vincolati né dai principi della democrazia né dallo stato di diritto”. La protesta in origine era stata pensata contro l’esplorazione nel Mar del Nord alla ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas. I condannati avevano organizzato una riunione online per raccogliere quanti più adepti possibili disposti ad occupare l’arteria stradale, blocco che poi non è mai avvenuto. Secondo la toga, il progetto era quello di creare “la più grande perturbazione al traffico della storia moderna britannica”. Un modo di agire che avrebbe “oltrepassato la linea che separa un fanatico da un attivista preoccupato”. Oltre Hallam, gli altri condannati sono Daniel Shaw, Louise Lancaster, Lucia Whittaker de Abreu e Cressida Gethin.
Just stop Oil dal canto suo non intende fermarsi, nonostante le dure condanne subite.
Qualcosa di simile potrebbe accadere anche in Italia. Il ddl Sicurezza, al momento in discussione in Parlamento, potrebbe trasformare i blocchi stradali in crimini punibili con la reclusione da sei mesi a due anni quando effettuato da più persone.