Le novità sono diverse. E in parte anche con una nota di sorpresa. Due notizie: la prima è che a quanto pare il governo avrebbe abbandonato l’idea di attuare un blocco navale per bloccare gli sbarchi, idea che è sempre stata il cavallo di battaglia di Giorgia Meloni; la seconda riguarda invece il rapporto con l’Europa: l’Italia ha chiesto assistenza finanziaria alla Commissione Ue a causa dell’aumento degli sbarchi.
I dati drammatici
I numeri in fondo parlano chiaro. Ieri il Viminale ha diramato gli ultimi dati disponibili che mostrano l’approdo in Italia di 31mila immigrati irregolari, con un il +300% rispetto all’anno scorso. Per l’Onu, il trimestre gennaio-marzo 2023 è stato il più letale per chi si è affidato alle mani dei trafficanti nel Mediterraneo. Ad oggi avrebbero perso la vita 441 persone che portano il conteggio dal 2014 al 2023 alla tragica cifra di 20mila decessi tra le onde. “Temo che queste morti si siano normalizzate”, ha detto Antonio Vitorino, capo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite.
Lo stato di emergenza
Che l’immigrazione sia un fenomeno strutturale lo sa bene Nicola Molteni, sottosegretario leghista all’Interno. “Ma in questo momento si vive una fase acuta di emergenza – spiega – quindi è compito del governo mettere in campo tutti gli strumenti utili e necessari ad aiutare il Paese”. Ieri l’esecutivo ha varato lo stato di emergenza che durerà sei mesi e mette sul piatto subito cinque milioni di euro, fondi che nel tempo potrebbero crescere fino a 300 milioni. Nelle prossime ore dovrebbe essere nominato un commissario, forse il prefetto Valerio Valenti oggi al dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Viminale.
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L’obiettivo è quello di costruire Centri per i rimpatri in ogni regione e soprattutto nuovi centri di accoglienza, al momento già pieni e al collasso, come si vede quotidianamente a Lampedusa. Ed è proprio per la gestione “critica dell’hotspot” dell’isola che il Belpaese ha già avanzato una richiesta di assistenza finanziaria all’Ue. “L’Italia – ha detto un portavoce dell’esecutivo Ue – è uno dei principali beneficiari del fondo per la migrazione e l’integrazione ed è anche tra i primi beneficiari nel Mediterraneo per il nuovo periodo di programmazione”.
Addio blocco navale
È evidente che sul nodo migranti il governo si gioca la faccia. Se a settembre Meloni&co. hanno conquistato la maggioranza del Parlamento lo si deve anche alle promesse in merito al contrasto agli sbarchi illegali. Nel suo programma FdI non ha mai negato di voler attuare il “blocco navale”, con la creazione di hotspot nei territori africani e il controllo delle frontiere, ipotesi che però oggi il capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, sembra far tramontare. “Qualora ci fosse nel Paese e nella maggioranza chi sostiene, e non lo sostiene più nessuno, che con il blocco navale si risolve il problema e che possiamo risolverlo solo noi, questo mi pare che è fuori dal tempo”, ha detto a Rai3. Il flusso di migranti “è un problema che va risolto con una cooperazione di carattere internazionale, specialmente europea”. Da qui la richiesta di fondi a Bruxelles.