Politica

“Bollette troppo alte”. Ora Mario Draghi sceglie il condizionatore

L’ex premier in audizione in Parlamento lancia l’allarme: “Bisogna abbassare i costi dell’energia”. Ma fa lo struzzo: nel 2022 con l’embargo al gas russo…

© designer491 tramite Canva.com
Ascolta l'articolo
00:00
/

Mentre “l’Europa”, entità indefinita ma demoniaca, s’ingegna ad imporci lo spessore del vetro delle bottiglie, i tappetti di plastica, la misura degli ortaggi (ad uso variabile per noi), la transizione mascalzona alle auto elettriche, i cappotti termici che ovviamente prendono fuoco e un sacco di altra roba inutile, ma mefitica, tra cui vaccini misteriosi ed armi oer niente misteriose, l’economia continentale è in recessione, schiacciata tra risorgenze americane e cinesi. Un risultato ambizioso, perfettamente centrato dai distruttori globali alla Timmermans, il carneade secondo il quale la salvezza del pianeta si ottiene liberandolo dalla razza umana. Il nostro Mario Draghi da parte sua spiega con la solita faccia da biscotto: l’Ucraina deve vincere non per ragioni di giustizia o umanitarie, ma perché se no il sistema europeo va a catafascio. È l’ennesima ballare di questo mentitore seriale, ricordate? Non ti vaccini ti ammali muori, volete la pace o i condizionatori? Adesso torna alla carica denunciando le bollette troppo alte, che pregiudicano la competitività europea. Che economista! Che tecnico! Ma chi sei non la Ue di cui era banchiere centrale ha perseguito il dissesto economico tramite politiche energetiche demenziali se non criminali?

Quelli come Draghi confondono il futuro dei cittadini, degli esseri umani, con quello di una astrazione burocratica e finanziaria e gli umani sono in funzione della astrazione per la quale possono, debbo morire alla bisogna. Il sostegno militare e l’entrata forzata dell’Ucraina, che però non lo vuole davvero, nella Nato costa un impoverimento senza limite agli italiani e agli europei. Roba da manicomio, né più né meno, ma la stessa Unione Europea non è un manicomio a cielo aperto, manicomio di falansteri? È il fine in sé della Ue questo continuo ridefinirsi all’insegna della crisi perenne, senza altro obiettivo che perpetuarsi come entità burocratica, di potere, di corruzione somma. Lo spiega bene Stefano d’Andrea ne “L’Italia nell’Unione Europea”, libro polemico e non facilmente assimilabile in quanto scritto da un giurista. Le cose ultime però sono comprensibilissime, sono evidenti: non è tanto questione della scellerata politica economica della Lagarde piazzata alla Bce o della scabrosa von der Leyen alla Commissione: c’era un disegno netto, preciso, agli albori, quando la Ue si chiamava ancora Cee e consisteva nello sfrenare le rendite finanziarie, i capitali, nel neoliberismo senza vincoli da armonizzare con un dirigismo feroce in tema di diritti, di garanzie, sul fronte politico. Non è un caso che una istituzione autoreferenziale e sovranazionale come questa sia maturata, sia cresciuta grazie alle manovre perverse di tecnici, non politici cui i politici si sono consegnati, per insipienza o per calcolo. Così come non è stato un caso, decenni dopo, che lo Stato concentrazionario italiano si sia imposto per mano di due che politici non erano: il prodotto di allevamento Conte, alchimia di una società di profilazione dati, e il banchiere Draghi; anche in questo caso, la politica ha seguito, si è adeguata.

Le parole di Mario Draghi oggi

“Costi dell’energia così alti pongono le aziende – europee e italiane in particolare – in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri” mettono a rischio “la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell’economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita. Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette – per imprese e famiglie”.

Fin dalle escandescenze sovietisteggianti degli Spinelli, degli Adenauer, l’Europa è stata qualcosa che doveva crescere per mangiare le sovranità nazionali a beneficio di se stessa e dei lucri colossali e basati sulla corruttela finanziaria e industriale globale. La Ue è una astrazione immaginata, costruita e imposta da tecnocrati quali Mario Monti, Giuliano Amato, Romano Prodi, Tomaso Padoa-Schioppa, Guido Carli, Carlo Azelio Ciampi, per citare solo i nostri, fino all’ineffabile Draghi. Banchieri, boiardi, massoni. A Padoa-Schioppa si deve la definizione alla vasellina di dispostismo illuminato, e meno male che era illuminato; e anche l’altra, più metodologica: “L’arte di imprimere un nuovo corso alle cose senza ricorrere allo strumento legislativo”. O della dittatura per via omeopatica come poi, ecco un’altra analogia storica, si sarebbe constatato in occasione della repressione controdemocratica con la scusa del Covid.

Cosa disse Mario Draghi nel 2022

Oggi l’embargo del gas non è sul tavolo, non so se lo sarà mai, ma tanto più diventa orrenda questa guerra tanto più i Paesi alleati si chiedono: in assenza di una nostra diretta partecipazione alla guerra cosa possiamo fare per farla smettere? Per consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo di pace in una posizione da non serva. (…) Io credo che la questione sia fra la pace e il funzionamento del termosifone, o dell’aria condizionata in estate, penso che sia questa la domanda che dobbiamo farci e che faccio anche io

Più Trockij che padri costituenti, più Unione Sovietica che Italia. Con ampio ricorso a trattati esoterici, segreti, incomprensibili, ma calati dall’alto e imposti. Spiegava Jean-Claude Juncker, lo ricordate, il predecessore della Baronessa Ursula: “Gli imponiamo una misura iniziale e vediamo come reagiscono; se non reagiscono, aumentiamo la pressione fino a raggiungere un risultato irreversibile. Poi passiamo alla nuova misura”. E Giuseppe Conte al Corriere: “Sapevo di stare imponendo qualcosa al limite ed ero preoccupato che la gente si ribellasse, ma non è accaduto”. Il presupposto è attribuito all’ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt: “L’Europa vive di crisi”. La Baronessa Siringa, oggi Spingarda, ha adottato o le è stata suggerita una formula adatta ai tempi: “permacrisi”, crisi perenne. La strategia non è cambiata in 70 anni e, non ribellandosi i popoli, i burocrati hanno continuato nell’imporre mutazioni sociali sempre più deliranti e devastanti anche perché concentrate in prospettive temporali sempre più ristrette e frettolose. Ma l’urgenza, la smania sono esse stesse parte dell’isteria fondativa, della permacrisi, è il “non c’è più tempo” del pupazzo macabro Greta, è il catastrofismo moralistico e millenaristico.

Altro aspetto notevole, l’europeismo retorico, per dire il feticismo burocratico che nessuno capisce ma c’è e non va discusso. Gli ex radicali di Emma Bonino ne hanno fatto uno slogan, un’egida, il loro movimento, finanziato da Soros, si chiama “+Europa”. Senza se e senza ma, e anche senza motivo, come quando si dice ce lo chiede l’Europa. Anche il nostro Mattarella chiude invariabilmente ogni pistolotto, per qualsiasi cosa, con il mantra: ci vuole più Europa. Ma si guarda bene dallo spiegare come e perché, al massimo aggiunge: l’Europa è irreversibile. La Ue come le grandi associazioni criminali da lasciare solo in una bara. Ma a questo punto, vivere per morire, non conviene almeno morire con onore, morire da uomini liberi anziché sottoposti a un esercito pagato per farci subire la repressione ciclica, a capriccio?

Ha ragione d’Andrea: la creazione del potere sovranazionale europeo è stata “una creazione dispotica”: e vengono a dirci che ce ne vuole di più, che ci serve più dispotismo. “Illuminato”, come diceva Padoa-Schioppa. Illuminato da chi? Da Timmermans che vuole estinguerci? Dalla Ursula cacciata dalla politica teutonica? Dalla sinistra mediterranea della corruzione mediorientale? Dalle quindicimila lobby che prendono soldi e ordini dalle megalobby globali? Dal gioco delle tre carte per cui i soldi dell’immaginifico pnrr vengono dirottati per l’Ucraina, armi e bagagli, “se no l’Unione salta”, ma tenendo i piedi nelle scarpe russe e cinesi quanto ad energia, commerci, materie prime? Un pastrocchio satanico che oggi si torce verso la guerra permanente riscoperta dalla sinistra redditiera in chiave finanziaria a beneficio della Germania. Scrive d’Andrea: “I risultati economici della rivoluzione europea per l’Italia sono catastrofici”. È un dato di fatto come lo sono le bugie circolari di Draghi che si sveglia dopo anni di politiche economiche da sfascio, come banchiere europeo prima, come presidente del consiglio italiano poi. Come dire mentire per rovinarci “whatever it takes”.

Max Del Papa, 18 marzo 2025

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).