Bollettino Covid: la verità sul numero dei morti

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L’Istituto superiore della sanità (ISS), si tratta di roba pubblica e certo non negazionista, nel suo ultimo rapporto dice che il tasso di mortalità per Covid sugli italiani che sono sani e che hanno meno di cinquanta anni è ridottisimo. Tra poco vi diciamo i numeri esatti. Prendendoli da quelli forniti proprio dall’Iss. In questo caso non sono pericolosi medici bannati dai social, ma gli stessi funzionari pubblici a dare un quadro di questa malattia molto diverso da quello disegnato dal giornale unico del virus. Pensate che domani qualcuno dei seminatori di paura riporterà questi dati?

Ma andiamo per ordine. Nel rapporto si legge: “Il presente report descrive le caratteristiche di 85.418 pazienti deceduti”. La tabella riporta l’andamento dei decessi nelle tre fasi che hanno caratterizzato la pandemia dall’inizio al 27 gennaio 2021: la prima ondata (marzo-maggio 2020), la fase di bassa incidenza (giugno-settembre 2020), e la seconda ondata (ottobre 2020-gennaio 2021), quest’ultima ancora in corso. E qui c’è la prima considerazione da fare. Nella prima ondata sono purtroppo morti 34.278 italiani. Siamo stati colti di sorpresa. È stata una botta inattesa e ci ha fatto male.

Seconda ondata: più morti della prima

Ma la cosa grave è la seconda ondata: ha fatto più morti della prima. Chissà perché nessuno sottolinea questo dato: negli ultimi quattro mesi sono morti più italiani che nei primi otto della pandemia. Eppure i medici conoscevano un po’ meglio le cure, commettevano meno sbagli, abbiamo adottato molte più precauzioni. Eppure tra ottobre del 2020 e il 27 gennaio del 2021 sono morti 49.274 italiani per Covid (tra giugno e settembre sono morte 1837 persone).

Ha ragione il professor Ricolfi quando dice che il governo invece di fare il fenomeno e parlare di modello italiano, avrebbe dovuto prepararsi meglio alla seconda ondata. E arriviamo all’ultima considerazione. Ma chi muore per Covid? Non certo i giovani e i meno giovani in buona salute. Eppure sono coloro che pagano e pagheranno il prezzo più pesante delle follie governative.

Morti under 50: solo 1%

Degli 85 mila morti di Covid, solo l’1 per cento ha meno di cinquanta anni. Avete letto bene. Anzi vi riportiamo cosa scrive il rapporto dell’ISS: “Al 27 gennaio 2021 sono 941, dei 85.418 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 234 di questi avevano meno di 40 anni (138 uomini e 96 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 52 pazienti di età inferiore a 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 147 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 35 non avevano diagnosticate patologie di rilievo”.

Leggiamo bene: 941 sono i morti per Covid sotto i cinquanta anni. Mentre se il campione se restringe ai morti sotto i 40 anni, i decessi scendono a 234 morti. E tra costoro solo 35 non avevano gravi patologie pregresse.

Un trentenne, sano, non obeso, non diabetico, senza gravi problemi di salute, ha purtroppo più probabilità di morire in un incidente di auto, che per il Covid. Se non vi fidate andate a leggere https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia e poi ditemi se è giusto bloccare una generazione, e impaurirla alla morte? Basterebbe leggere i numeri e comportarsi di conseguenza.

Ma perché il giornale unico del virus invece di mettere le foto di piazze affollate e drammatizzare, incolpando presunte folle nelle le strade, non ricorda che per un quarantenne è più pericoloso morire andando in auto a fare shopping che camminando a via del Corso?

Nicola Porro, 31 gennaio 2021

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